La questione dei pagamenti in-app e delle percentuali da cedere ad Apple continua a tenere banco. A questo giro, però, non ci sono scontri in aule di tribunale – come nel caso di Epic Games e del suo Fortnite -, ma di una sorta di rivoluzione per andare incontro all’ultima decisione dell’ACM olandese (Authority for Consumers and Markets).
La notizia giunge direttamente dall’azienda di Cupertino, e più precisamente da un comunicato apparso in queste ore sul sito dedicato agli sviluppatori. In sintesi, Apple ha spalancato le porte ai pagamenti di terze parti nelle applicazioni per il dating.
È importante precisare che si tratta di una “esclusiva” per il mercato olandese e che, in ogni caso, il colosso californiano riceverà una commissione per ogni singola transizione.
Per rispettare l’ordine dell’autorità olandese garante dei consumatori e del mercato (ACM), introduciamo modifiche applicabili esclusivamente alle applicazioni per il dating su App Store Netherlands. Queste garantiscono per gli utenti nuove opzioni per l’elaborazione dei pagamenti. Il sistema di acquisto in-app di Apple resta comunque disponibile.
Nell’adeguarsi alle nuove direttive dell’autorità olandese, Apple – con un pizzico di furbizia – avverte gli sviluppatori. Adottando i pagamenti di terze parti, aumentano i rischi e le responsabilità.
Alcune funzionalità non saranno più disponibili per i clienti, in parte perché non possiamo accertarci della sicurezza dei pagamenti che avvengono al di fuori del sistema di pagamento privato e sicuro di App Store.
Poi, la questione dei rimborsi e dell’assistenza:
Dato che Apple non sarà direttamente a conoscenza degli acquisti effettuati utilizzando metodi alternativi, non sarà in grado di assistere gli utenti con rimborsi, cronologia degli acquisti, gestione degli abbonamenti e altri problemi riscontrati con l’acquisto di beni e servizi digitali utilizzando metodi d’acquisto alternativi. Lo sviluppatore sarà responsabile della risoluzione di tali problemi con i clienti.
In chiusura, Apple si dichiara apertamente contro la normativa dell’ACM, ritenendola deleteria per l’esperienza degli utenti e definendola una minaccia per la privacy e la sicurezza degli stessi.