Apple accusa Sector Labs di violazione del marchio 'Pod'

Apple accusa Sector Labs di violazione del marchio 'Pod'


E’ storicamente provato che, della sua proprietà intellettuale, Apple è enormemente -e legittimamente- gelosa. Questa volta nelle mire dei suoi avvocati è finita una giovane società produttrice di videoproiettori Sector Labs che ha scelto per il proprio prodotto l’infausto nome di Video Pod. La guerra, manco a dirlo, è tutta su quelle ultime tre lettere.

In realtà la storia affonda le sue radici nel 2009, quando partì la denuncia vera e propria. Ora però i due contendenti si troveranno faccia a faccia in tribunale, poiché la data è stata fissata tra meno di un mese. A riguardo, il cofondatore della startup Daniel Kokin afferma:

Il mio team ha iniziato a lavorare sul Video Pod nel 2000, e ci sono voluti anni per arrivare dal prototipo al prodotto finito. Al tempo non ci passava neppure per la testa che Apple potesse essere un nostro competitor. Siamo nel 2010 e sono tuttora convinto che Apple non sia interessata nella videoproiezione, ma devo cambiare nome al mio prodotto solo perché anche Apple usa la parola pod?

Anche se a riguardo, ricordiamo numerosi brevetti depositati che descrivono picoproiettori sui Mac e persino su iPhone ed iPod touch. Ma visto che allo stato attuale non esiste alcun prodotto Apple con simili funzionalità, men che meno un iPod, è possibile che il giudice decida di non suffragare le tesi di Cupertino. D’altro canto, la possibilità che gli utenti scambino un voluminoso videoproiettore per uno dei minimalisti lettore multimediali con la mela è davvero inesistente.

Ben diverso, insomma, di casi analoghi come MyPodder, TightPod, PodShow e Podium che invece una qualche afferenza all’iPod ce l’avevano per davvero. In attesa di scoprire il destino di Sector Labs, e di conoscere le loro ragioni, intanto è già possibile consultare il gigantesco documento di difesa preparato da Apple (anche se, a dire il vero, il sito sembra avere problemi al momento), un macigno in PDF che consta di ben 873 pagine. Ad ogni modo, in bocca al lupo.

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