Apple aggiorna i report sulle condizioni lavorative nelle aziende fornitrici

Le condizioni di lavoro all'interno delle aziende sembrano lentamente migliorare, ma c'è ancora molto da fare
Apple aggiorna i report sulle condizioni lavorative nelle aziende fornitrici
Le condizioni di lavoro all'interno delle aziende sembrano lentamente migliorare, ma c'è ancora molto da fare


La notizia non può che fare piacere: Apple ha pubblicato i risultati dell’analisi di alcuni rapporti di ricerca, riguardanti le condizioni di lavoro degli operai delle aziende fornitrici e sembra che qualcosa stia cambiando, in meglio.

La mente, quando parliamo di aziende fornitrici, corre subito alla Foxconn: qui trovate la notizia sulle proteste messe in atto il giorno del lancio del nuovo iPad per chiedere che il prossimo tablet di Cupertino sia “etico”, mentre qui trovate il reportage realizzato dalla ABC all’interno della Foxconn. Il problema, naturalmente, non riguarda solo questa azienda, ma è indubbio che le notizie provenienti proprio dalla Foxconn abbiano contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale su temi come l’orario di lavoro, le condizioni lavorative degli operai e il tasso di suicidi nelle fabbriche cinesi.

Una delle maggiori preoccupazioni riguarda il numero di ore settimanali dedicate al lavoro. In passato, questo problema è stato indicato come una delle cause dei suicidi all’interno della Foxconn (qui un post di Melablog per i più curiosi). Sul sito Apple è possibile leggere che:

“Stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri fornitori per tenere sotto controllo il numero di ore di lavoro settimanali degli operai. I dati settimanali, raccolti a Gennaio, di circa 500.000 lavoratori mostrano che l’84% lavora rispettando il limite di 60 ore settimanali del nostro codice di condotta. I dati raccolti a Febbraio indicato che la quota di lavoratori che rispetta il limite delle 60 ore è cresciuta, arrivando all’89% del totale. Gli operai, in media, lavorano per 48 ore alla settimana. C’è stato un sostanziale miglioramento rispetto ai risultati precedenti, ma possiamo fare di più. Continueremo a condividere i nostri progressi pubblicando i dati che riceveremo ogni mese.”

Se questi dati dovessero essere confermati nei prossimi mesi sarebbe davvero un’ottima notizia. Non resta che sperare che la pressione dell’opinione pubblica sulle aziende fornitrici non si esaurisca, altrimenti questi risultati potrebbero diventare ben presto carta straccia.

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