Apple, un brevetto espande i servizi di emergenza su iPhone

Un recente brevetto Apple renderà l'iPhone intelligente in caso di pericolo o emergenza all'estero. Ecco che cosa farà per noi.
Apple, un brevetto espande i servizi di emergenza su iPhone
Un recente brevetto Apple renderà l'iPhone intelligente in caso di pericolo o emergenza all'estero. Ecco che cosa farà per noi.

Un nuovo brevetto recentemente depositato da Apple presso lo United States Patent and Trademark Office descrive un sistema di emergenza intelligente per dispositivi mobili capace di contattare la autorità e fornire loro tutte le informazioni necessarie.

Prima di partire per un viaggio, sarebbe buona norma appuntarsi qualche informazione importante, come il numero e l’indirizzo del Consolato, i contatti degli alberghi in cui si alloggerà e magari pure qualche dettaglio su car rental, compagnie aeree e autorità locali. Solo che non sempre si ha il tempo o la voglia di mettere in pratica questa accortezza, e il testo del brevetto lo spiega bene:

Quando una persona viaggia all’estero, possono capitare delle emergenze. Per esempio, si può rimanere feriti in un incidente, diventare vittime di un crimine, oppure si può perdere i documenti di viaggio. In tali situazioni, può essere utile conoscere le informazioni di contatto dei servizi di emergenza locali o pertinenti ai servizi consolari.
Ovviamente, si potrebbe ricercare le informazioni sui servizi di emergenza e consolari prima di partire. Tuttavia, il processo di raccolta delle informazioni può risultare estremamente complesso, specialmente se l’itinerario dell’utente include tappe in paesi diversi. E vista la quantità di compiti da dover completare prima di partire per l’estero, spesso molti saltano questa parte del tutto. Si potrebbe anche affidarsi agli autoctoni o alle pagine gialle per cercare informazioni di emergenza o consolari mentre si è all’estero, ma questo tipo di assistenza potrebbe non risultare immediatamente disponibile all’occorrenza.

Ecco perché Apple ha deciso di estendere un brevetto precedente migliorandolo proprio su questo fronte, e il risultato appare talmente desiderabile -per non dire ovvio-, che ci si domanda per quale ragione una tecnologia simile non sia già implementata di default su tutti gli smartphone. Quando viene determinata una situazione di emergenza, il sistema prevede infatti che un operatore remoto possa ricorrere al GPS integrato nel telefono per determinarne la posizione nel mondo; poi, può fornire all’utente i numeri più indicati per risolvere il problema, magari divisi per liste di pertinenza come polizia, ospedali, vigili del fuoco e così via.

In una incarnazione, il brevetto prevede anche la possibilità di raggiungere se necessario i contatti ICE (In Case of Emergency) di un utente attraverso mail, SMS o messaggi vocali pre-registrati:

  • Il servizio funziona così: richiesta di accesso ad uno o più servizi di emergenza da parte di un dispositivo mobile o di un server che include uno o più computer.
  • Determinazione da parte del server della posizione geografica del dispositivo mobile.
  • Identificazione da parte del server di un numero di emergenza associato col servizio di emergenza disponibile nella posizione geografica individuata.
  • Identificazione delle informazioni di contatto, corroborate anche dalle informazioni ICE designate dall’utente.
  • Inizio della comunicazione tra il dispositivo mobile e il servizio di emergenza […] e invio di messaggi vocali e testuali ai contatti ICE […].

Il documento in questione, numero 20130012155, si intitola “Location-Based Emergency Information” (“Informazioni di emergenza geolocalizzate”) e risale all’11 settembre 2012; in calce porta la firma di Scott Forstall, Gregory Christie, Robert Borchers e Imran Chaudhri.

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