Assemblaggio iPhone: nessun robot eguaglia operai umani

Allo stato attuale e con le tecnologie disponibili, non è ancora possibile rimpiazzare del tutto gli operai umani con i robot nel processo di assemblaggio degli iPhone.
Assemblaggio iPhone: nessun robot eguaglia operai umani
Allo stato attuale e con le tecnologie disponibili, non è ancora possibile rimpiazzare del tutto gli operai umani con i robot nel processo di assemblaggio degli iPhone.

Apple ci ha provato per davvero, ma alla fine ha dovuto capitolare. Allo stato attuale e con le tecnologie di cui disponiamo, non siamo ancora in grado di escludere in toto la presenza umana negli impianti di produzione di iPhone. Per alcuni compiti, semplicemente, nessun robot può sostituire una mano esperta.

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Stando alle ricostruzioni di The Information, nel 2012 Apple ha creato un team segreto di esperti in robotica e automazione in California con lo scopo di ridurre il numero di operatori umani in catena di montaggio, sostituendoli con delle macchine.

La progettazione di tali sistemi autonomi, tuttavia, si è scontrata con i limiti della tecnologia industriale dei nostri tempi. E una delle sfide più insormontabili, incredibile a dirsi, è avvitare le viti di un iPhone oppure applicare i collanti del display:

“Apple utilizza viti tanto piccole che i robot non riescono a calibrare la forza necessaria per avvitarle. Per contrasto, i lavoratori umani possono avvertire la resistenza nella mano e capire se c’è qualcosa che non va. Per quanto concerne l’applicazione della colla sui pannelli del display, invece, le specifiche di Apple sono talmente rigide che la colla spesso deve essere piazzata con un limite di 1mm di tolleranza all’interno dei prodotti. Un ex membro del team afferma che un lavoratore cinese esperto era più preciso nell’applicare la colla delle loro controparti robotiche.”

E se non ci credete, vi raccontiamo cosa accadde quando, nel 2014, Apple tentò di demandare ad una catena completamente automatizzata la produzione del MacBook 12″:

“Durante i primi periodi, i sistemi a nastro si muovevano in modo irregolare, rallentando lo spostamento delle componenti. Il robot responsabile dell’installazione della tastiera con le sue 88 vitarelle continuava a dare problemi, il che a sua volta costringeva gli addetti umani a intervenire e rifare gran parte del processo. I contenitori utilizzati per spostare le componenti continuavano a perdere pezzi, creando blocchi di sistema.”

Risultato: Apple alla fine ha rinunciato ai robot, e il MacBook è stato lanciato con 6 mesi di ritardo nell’aprile del 2015.

Nonostante le difficoltà, tuttavia, in alcuni comparti sono stati fatti passi avanti; ad esempio, i robot possono rimpiazzare egregiamente gli operai nella fase di test di Apple TV, Apple Watch e iPad. Oppure riescono a smontare un iPhone in tempi record. Ma per ora, l’abbandono della forza lavoro umana per tutto il resto resta un miraggio high-tech.

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