Blu Notte - Il caso dell'iPod rosa

Blu Notte - Il caso dell'iPod rosa

Questa è una brutta storia, una storia nera di angoli bui e spazi angusti. Se fosse un libro sarebbe “Quiz per la stanza da bagno” di Nathan Haselbauer o “La vasca da bagno” di Giancarlo Tramutoli; se fosse un film sarebbe “Bagnomaria” di Giorgio Panariello o “Il gabinetto del dottor Caligari” di Robert Wiene.

Ma è comunque una brutta storia, di una ragazza una volta felice, di un iPod rosa e di una università rimasta senza fondi.

Santa Clara, California. Una mattina una ragazza, che chiameremo Claire (non è il suo vero nome) si reca nella toilette dell’università tra la lezione di spagnolo e quella di economia domestica, nella tasca il suo fido iPod rosa. La ragazza è distratta, forse ha paura di qualcuno? Ma la distrazione le è fatale, anzi è fatale al povero iPod rosa, che precipita dentro al gabinetto.

La manutenzione è allertata con la massima urgenza, ma gli ingenti sforzi profusi non sono abbastanza per trarre in salvo il piccolo dispositivo rosa. Arrivano qundi professionisti dall’esterno, forse specialisti del Pentagono, forse una ditta di autospurghi (chi può dirlo);
Nonostante i grandi sforzi, però, riescono a far muovere il prigioniero di solo una decina di metri lungo le tubature.

Troppo poco, troppo poco.

Ma il tempo stringe e nuove squadre di specialisti vengono reclutate per tentare di risolvere il problema. Viene impiegata una segretissima tecnica aerospaziale, ancora sperimentale, allo studio nei laboratori della NASA. Vengono infatti tirati contemporaneamente quanti più sciacquoni si riescono a tirare, in modo da creare una pressione abbastanza forte da far rivedere finalmente la luce al povero intrappolato.

La manovra sembra funzionare, ma quando ormai sembra fatta, il malcapitato iPod si blocca in un’altra tubatura, seppur più grande. Alla fine, finalmente, l’intervento dei corpi speciali (o forse della locale società idrica) pone fine alla gara contro il tempo, e con un ultimo possente getto si riesce finalmente a trarre in salvo lo sfortunato player mp3.

Tutto è bene quel che finisce bene…

Nota
E’ un fatto vero, vedere per credere. La faccenda è costata alla Santa Clara University svariate migliaia di dollari.
Nessun iPod è stato maltrattato durante la produzione del presente articolo.

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