Cook: dividendi, buyback e investimenti in arrivo

Come vociferato solo poche ore fa, Cook e Oppenheimer elargiscono dividendi agli azionisti con cedole da 2,65 dollari ad azioni; e intanto annunciano un programma di buyback da 10 miliardi e investimenti per 45.
Cook: dividendi, buyback e investimenti in arrivo
Come vociferato solo poche ore fa, Cook e Oppenheimer elargiscono dividendi agli azionisti con cedole da 2,65 dollari ad azioni; e intanto annunciano un programma di buyback da 10 miliardi e investimenti per 45.


All’evento Apple dedicato alle “decisioni concernenti il denaro cash in cassa” di cui parlavamo solo poco fa, Tim Cook e Frank Oppenheimer hanno confermato che buona parte di quei 98 miliardi di dollari verranno usati per staccate cedole da 2,65 dollari ad azione, oltre a 10 miliardi di dollari di buyback e 45 miliardi di investimenti.

Rotto il salvadanaio con la mela, un discreto dividendo accontenta le richieste degli azionisti con un versamento di 2,65 dollari ad azione previsto per il quarto trimestre fiscale dell’anno; il buyback da 10 miliardi, ovvero il riacquisto delle azioni Apple, avverrà nell’anno fiscale 2013 che parte a settembre 2012, e infine moltissimo sarà destinato alla ricerca:

“Abbiamo usato un po’ delle nostre riserve per fare grandi investimenti nel nostro business in ricerca e sviluppo, acquisizioni, aperture di punti vendita, pre-pagamenti strategici ed espansioni di capitale nella nostra catena di fornitura, e nella costruzione della nostra stessa infrastruttura. E nonostante questi investimenti, riusciamo mantenere una riserva per le opportunità strategiche, oltre ovviamente a mandare tranquillamente avanti gli affari ordinari. Ecco perché diamo il via ad un programma di dividendi e di riacquisto delle azioni.”

L’ultimo dividendo di Apple risale al 1995, ovvero prima del ritorno di Jobs in azienda; da allora, l’iCEO si era sembra ben guardato dal redistribuire le scorte dei forzieri di Cupertino. Cook, invece, non ha mai fatto segreto di avere altre inclinazioni a riguardo, e gli ultimi fatti confermano la sensazione.

La gigantesca liquidità a disposizione deriva non tanto dal Mac, quanto e soprattutto dall’iTunes Store e dai dispositivi mobili, ovvero iPhone ed iPad; un’escalation di successi che ha portato Apple ad una invidiabile posizione di primato tra i competitor, fino a trasformarla nella società col maggior valore di Borsa al mondo: 454 miliardi di dollari, seguita dalla compagnia petrolifera Exxon Mobil coi suoi 407 miliardi.

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