Ecco come (e perché) Apple Music ha trollato Spotify

Dopo che Spotify ha rimosso la musica di Neil Young per la vicenda dei podcast sui vaccini, Apple ne ha subito approfittato. Trollando.
Ecco come (e perché) Apple Music ha trollato Spotify
Dopo che Spotify ha rimosso la musica di Neil Young per la vicenda dei podcast sui vaccini, Apple ne ha subito approfittato. Trollando.

Per non dover rinunciare a Joe Rogan, Spotify ha rimosso le canzoni di Neil Young dal proprio catalogo. E Apple ne ha subito approfittato, dando enorme visibilità al cantautore e chitarrista canadese. Storie di trollaggio musicale.

Tutto è iniziato quando Young ha pubblicato sul proprio sito Web una lettera aperta in cui chiedeva al suo agente e all’etichetta di rimuovere la propria musica -e parliamo di perle tipo Heart of Gold e Rockin’ in the Free World– da Spotify in segno di protesta contro la distribuzione di “false informazioni sui vaccini.” Il riferimento è al podcast di Joe Rogan, in cui vengono portate avanti istanze anti-vacciniste. “Possono avere Rogan o Young. Non tutti e due” si leggeva, e “bisogna smettere di supportare la letale disinformazione di Spotify sul Covid.”

A quel punto, Apple non si è lasciata sfuggire l’occasione e ha sfruttato il momento di debolezza dell’avversaria per fare un po’ di pubblicità virale alla propria piattaforma di streaming musicale. Da venerdì, su Apple Music, è stata pubblicata una nuova playlist con gli album di Neil Young, intitolata “We Love Neil” mentre sui telefoni di molti utenti arrivava una notifica che rammentava la disponibilità della musica di Neil Young anche in Audio Spaziale.

https://twitter.com/jbillinson/status/1486859923497664516

Su Twitter, invece, il profilo di Apple Music si è autoproclamata d’ufficio “la casa di Neil Young.”

Il problema, per Spotify, è stato l’aut aut dell’artista. La piattaforma di streaming infatti ha bisogno di diversificare i contenuti tra abbonati a pagamenti e gratuiti, e evidentemente tra Young e il podcast di Rogan, Spotify ha preferito dare priorità a quest’ultimo. Un’impostazione che ha senso, considerate le recenti acquisizioni di Gimlet Media (società di produzione di podcast), di Anchor FM (piattaforma per la creazione di podcast) e di The Ringer (network di podcast dedicati allo sport) a suon di centinaia di milioni di dollari, ma che di cui ora si trova a pagare lo scotto. A fine settembre 2021 Spotify contava un catalogo di oltre 3,2 milioni di podcast.

Attualmente, gli analisti stimano che Apple Music detenga il 15% del mercato della musica in streaming, mentre Spotify arriva al 31%.

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