Ellison e Catmull su Steve Jobs: perfezionista instancabile

Durante la conferenza D10, il CEO di Oracle Larry Ellison e quello di Pixar Ed Catmull hanno raccontato del loro rapporto con Steve Jobs. Della sua mania per la perfezione e degli ultimi anni, in cui sè "ammorbidito."
Ellison e Catmull su Steve Jobs: perfezionista instancabile
Durante la conferenza D10, il CEO di Oracle Larry Ellison e quello di Pixar Ed Catmull hanno raccontato del loro rapporto con Steve Jobs. Della sua mania per la perfezione e degli ultimi anni, in cui sè "ammorbidito."


Durante la Conferenza D10, il CEO di Oracle Larry Ellison e quello di Pixar Ed Catmull si sono soffermati sulla personalità di Steve Jobs raccontata dal loro punto di vista. La caratteristica principale? l’instancabile ossessione per la perfezione, ovviamente, ma anche l’inaspettata gentilezza degli ultimi anni.

Sul palco di Palos Verdes, Ellison ha paragonato Jobs a Henry Ford per i cambiamenti che è stato in grado di apportare all’industria. È stato un uomo in grado di catalizzare le proprie energie -e ossessioni- in qualcosa di costruttivo:

“Steve era in grado di tradurre le idee in un prodotto finito come nessun altro nell’industria. Steve era così, finché non era tutto perfetto. E poi, una volta ottenuta la perfezione, passava al problema successivo. […] E lavorava incessantemente fino a ottenere il suo obiettivo: questo era Steve. Ciò lo rendeva un maniaco del controllo; pretendeva di gestire ogni aspetto di tutto, inclusa la modalità con cui paghi per un oggetto in un negozio, e l’aspetto che ha dentro una scatola.

Per Ed Catmull, invece, Jobs è da ammirare per la sua capacità di studiare e affrontare i problemi. Cosa che ha permesso alla Pixar di avere successo nonostante lo scetticismo diffuso al tempo:

“È passato per molte fasi distinte. Nella prima, la gente non lo capiva. Ma in realtà stava imparando dai suoi errori. Il modo in cui negoziava non funzionava molto bene, ma la sua straordinaria intelligenza gli ha consentito di cambiare rapidamente comportamenti.”

E, parlando della lavorazione di “A Bug’s Life,” racconta dei dissidi interni tra il dipartimento di marketing e il regista; gli uni volevano un film in widescreen, l’altro invece all’idea “ha dato di matto.” Così, Catmull si è rivolto a Jobs per perorare la causa dei 16:9, assicurandosi così la vittoria. Ma non è stato facile:

Steve era una di quelle persone che prediligeva sempre l’idea migliore. Ma dovevi persuaderlo, e lui era un tipo sveglio. Era uno spettacolo guardarlo mentre rigirava la frittata. Senza contare che pretendeva di ricevere risposte alla sue critiche. [..] Jobs non era intellettualmente insicuro. Quando qualcuno produceva un’idea migliore, cambiava la sua rapidissimamente. Non gli importava. Tutto ciò che gli premeva era costruire il prodotto migliore.

Tuttavia, Jobs non è sempre stato eccentrico e scontroso come in gioventù. Negli anni ha subìto un profondo cambiamento nei modi e nell’approccio, e si è ammorbidito. La conclusione è sempre di Catmull:

Lo steve che conoscevo negli ultimi anni era molto gentile. Possedeva una certa quantità di equità che non esisteva negli anni precedenti.

Photo | Asa Mathat

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