Google Play Music arriva su iOS, ma non si può comprare musica

Play Music All Access arriva su iOS: Google ha finalmente pubblicato l'applicazione che è ora scaricabile via iTunes.
Google Play Music arriva su iOS, ma non si può comprare musica
Play Music All Access arriva su iOS: Google ha finalmente pubblicato l'applicazione che è ora scaricabile via iTunes.

Aggiornamento del 16 novembre 2013 – A cura di Rosario.
Con un pizzico di ritardo in più rispetto a quanto ci aspettavamo in precedenza, l’applicazione Google Play Music è finalmente disponibile anche in versione iOS. Il software musicale di Google approda così sulla piattaforma Apple dopo una lunga attesa, durata circa 6 mesi dopo la pubblicazione del servizio per Android. Grazie a Google Play Music, è possibile ascoltare tutta la libreria musicale inserita dall’utente sui server di Google, creando all’occorrenza anche playlist personalizzata per le 20.000 canzoni che l’azienda di Mountain View permette di tenere sulla propria piattaforma.

Tuttavia, la versione di Google Play Music per iOS porta con sé un’importante limitazione: non è possibile infatti comprare musica, o sottoscrivere il servizio Play Music All Access. La causa è legata alle politiche di Apple relative ai guadagni effettuati tramite App Store, visto che l’azienda di Cupertino chiede il 30% sugli acquisti in-app. Una percentuale che in quel di Google non sembrano gradire, preferendo così eliminare la funzionalità rimandando l’acquisto dei brani alla versione web di Google Play Music.

La nuova applicazione è naturalmente gratuita, ed è scaricabile via iTunes per un totale di 4MB di download. Presente anche la traduzione in italiano, mentre i dispositivi Apple supportati sono tutti gli iPhone, iPad e iPod touch dove sia possibile installare iOS 6.

Via | Intomobile.com

Google Play Music All Access: app nativa per iOS in arrivo entro ottobre

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Aggiornamento del 4 ottobre 2013 – A cura di Rosario.
C’è voluto un po’, ma alla fine Google Play Music All Access ce la farà ad arrivare su iOS. È il succo della voce di corridoio circolata in queste ore, secondo la quale Google sarebbe quasi pronta a lanciare l’app nativa per iOS dedicata al suo servizio di streaming musicale.

Negli uffici di Mountain View, l’applicazione sarebbe infatti già in fase di test interno da parte degli impiegati di Google, mentre la previsione per l’approdo sul marketplace di Apple sarebbe entro fine ottobre. A ostacolare al momento la release, solo una serie di bug minori che Google spera di riuscire a sistemare in tempo per la scadenza attualmente posta.

Al momento, Google Play Music All Access permette agli utenti di accedere al suo servizio sia offline sia in streaming. Su iOS nel corso dei mesi sono arrivate alcune applicazioni non ufficiali, destinate a colmare la mancanza di una realizzata da Google, che promette d’includere nella versione per l’ecosistema Apple tutte le funzionalità di radio e suggerimenti inseriti nella versione Android.

Lo sviluppo dell’applicazione per iOS di Google Play è stato per un certo periodo tenuto a freno a causa della necessità d’usare Flash come tecnologia per far rispettare i DRM posti dalle major discografiche. Google sarebbe dunque riuscita ad aggirare lo scoglio, lanciandosi verso la pubblicazione della versione per i cosiddetti iDispositivi.

Via | Engadget.com

Google Play Music All Access per iOS: questione di settimane

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Aggiornamento del 30 maggio 2013 – A cura di Rosario.

Google Play Music All Access ormai in dirittura d’arrivo, anche per iOS: è l’annuncio fatto da Sundar Pichai, senior vice president di Android, dal palcoscenico della D11 conference a cui a partecipato anche Tim Cook di Apple.

Nel dettaglio, secondo Pichai il servizio musicale di Google sarà disponibile per iOS nel giro di poche settimane, battendo così anche in casa Apple nella corsa al servizio di streaming di canzoni: l’azienda di Cupertino resta infatti ancora indietro con la realizzazione di iRadio, vedendosi costretta ad assistere al sorpasso da parte di Google.

Il servizio All Access da 9,99$ al mese era stato lanciato per Android in occasione dell’evento Google I/O, ma in realtà era già arrivato anche su iOS in via indiretta, grazie all’aggiornamento del client gMusic per iPhone e iPad. Naturalmente, l’annuncio di oggi è relativo alla creazione di un’applicazione proprietaria da parte di Google, che andrà così ad affiancare quella già esistente, sviluppata da Interactive Innovative Solutions LLC.

Via | 9to5mac.com

Google lancia Play Music All Access, lo streaming musicale in abbonamento

Aggiornamento del 16 maggio 2013 – A cura di Giacomo Martiradonna
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E alla fine l’ha fatto davvero. Anticipando le mosse di Apple, Google ha lanciato alla conferenza Google I/O di ieri un nuovo servizio di abbonamento musicale in streaming ribattezzato -con brand non proprio minimalista- Google Play Music All Access. Non dissimilmente da Spoitfy, fornirà agli utenti accesso illimitato ad un ciclopico database di canzoni a fronte di un corrispettivo mensile; la riproduzione può avvenire non soltanto verso i computer ma anche i dispositivi mobili, Android e non.

Il servizio si basa sull’attuale Play Music Store e, come preannunciato dai rumors, costerà 9,99$ al mese ma prevederà una prova gratuita di 30 giorni senza impegno. Gli early adopters, cioè coloro che si iscriveranno subito, godranno d’un periodo di prova gratuita che durerà fino al 30 giugno, dopodiché pagheranno soltanto 7,99$ al mese. E per guidare gli utenti nella selva musicale, è stato introdotto anche un motore di suggerimenti simile a iTunes Genius; lo spiegano bene quelli di The Verge:

Un motore di suggerimenti guiderà gli utenti verso la nuova musica che potrebbero aver già scoperto. Come dimostrato su un dispositivo Android (ma funziona anche in un comune browser), All Access incorpora sia le tracce locali che quelle disponibili in streaming nella libreria master; si tratta di un netto miglioramento rispetto all’offerta dei competitor.

Il motto scelto da Big Gi per commercializzare il nuovo prodotto tocca i nervi giusti: Radio without Rules, ovvero una “Radio senza regole.” Apple, invece, è ancora invischiata nelle trattative con le Major, e principalmente per questione economiche; in buona sostanza pagherebbe troppo poco per i loro gusti. Nel frattempo si sono registrati piccoli passi avanti, e il debutto della fantomatico iRadio è previsto per l’estate. Sempre che abbiano trovato uno straccio d’accordo, si intende.

Google gioca d’anticipo: lancerà un’iRadio prima di Apple

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Stando alle indiscrezioni raccolte da The Verge, Mountain View è riuscita a raggiungere un accordo soddisfacente con Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group ben prima di Cupertino; il nuovo servizio di streaming musicale in abbonamento sarà lanciato tra poche ore alla conferenza Google I/O, ed è destinato a dare del filo da torcere a parecchi.

Si tratta d’una bella differenza rispetto a quanto visto fino ad oggi; Google infatti offre servizi musicali dal 2011, ma opera con modalità molto simili ad iTunes: si acquista un brano, si scarica e lo si possiede per la vita. E oltretutto, ha implementato anche una sorta di armadietto digitale per conservare tutta la propria libreria di brani, esattamente come fanno Apple e Amazon.

Ora però cambia tutto, e a Cupertino qualcuno trema. I prezzi non sono ancora noti, ma se il New York Times ci ha visto giusto, non sarà offerto alcun pacchetto freemium o basato sulla pubblicità:

Il servizio di streaming di Google non includerà un’opzione gratuita, secondo le fonti […].
Il prezzo dell’abbonamento non è noto, ma dovrebbe risultare allineato a quello di Spotify e degli altri competitor, come Rhapsody e Rdio, che chiedono una decina di dollari al mese.

Si tratta d’una mossa che ha tutte le potenzialità per rompere le uova nel paniere di Cupertino, e non soltanto nel settore della musica. Sappiamo infatti che, tra le altre novità, al Google I/O verrà presentato anche uno smartwatch che anticipa il vociferato iWatch con la mela sopra. Apple, insomma, dovrà dare il meglio di sé al prossimo WWDC 2013: “De-Forstallizazzione” di iOS e OS X 10.9 potrebbero risultare insufficienti a blandire la fame di novità del pubblico.

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