Google progetta un traduttore istantaneo vocale. Perché Apple deve contrattaccare

Google progetta un traduttore istantaneo vocale. Perché Apple deve contrattaccare


Dall’unione di due tecnologie Google che funzionano già bene potrebbe nascerne una terza che ha il potere di rivoluzionare il modo di comunicare. I due prodotti da far convergere sono Google Translate e Google Voice. L’ibrido futuristico – ma ormai realizzabile – è un traduttore istantaneo universale e automatico.

Una tecnologia del genere ad equipaggiare uno smartphone – ovviamente con Google Android installato sopra – è uno dei motivi per cui Apple deve temere di più il rivale di Mountain View. Produrre web applications di ogni tipo (dalla biblioteca di Babele di Books Search, fino alla webmail sempre affinata e perfezionata di Gmail), è un conto. Magari da far ottimizzare per iPhone e sfruttarne anche commercialmente la compatibilità. Un altro conto è produrre sistematicamente device sempre più perfetti e integrati fra le loro parti, fra di essi e con una madre Google sempre più efficiente nel foraggiarli di multimedialità e intelligenza artificiale (applicata ad essa).

Il traduttore universale con input e output vocale è solo una prima occasione per Google di mostrare ad Apple che può essere vulnerabile proprio dove sembrava invincibile fino a qualche anno fa: la convergenza fra hardware e software. Apple deve contrattaccare con molta attenzione.

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