Greenpeace bacchetta Apple per il consumo energetico dei suoi data center

Il un documento intitolato "La nuvola nera del cloud computing", l'associazione ambientalista Greenpeace analizza il consumo di energie pulite da parte di 14 fra le maggiori aziende di IT. Apple è l'unica che utilizza più della metà della sua energia da fonti provenienti dal carbone (55,1%) ed è in terza posizione per quanto riguarda il nucleare (27,8%). Infine Apple registra solamente un 15,3% di energia pulita.
Greenpeace bacchetta Apple per il consumo energetico dei suoi data center
Il un documento intitolato "La nuvola nera del cloud computing", l'associazione ambientalista Greenpeace analizza il consumo di energie pulite da parte di 14 fra le maggiori aziende di IT. Apple è l'unica che utilizza più della metà della sua energia da fonti provenienti dal carbone (55,1%) ed è in terza posizione per quanto riguarda il nucleare (27,8%). Infine Apple registra solamente un 15,3% di energia pulita.



Greenpeace ha rilasciato un rapporto intitolato “La nuvola nera del cloud computing. Il documento analizza il consumo energetico dei data center di aziende che basano una grossa parte dei loro servizi sul cloud computing, fra queste Apple, Amazon e Microsoft. In particolare, lo studio riporta quante fonti energetiche dipendenti dal carbone e dall’energia nucleare vengono sfruttate per i data center di ogni compagnia.

L’uso massiccio di servizi di informazione on-line, tra cui fotografie e banche dati, ha un impatto ambientale considerevole. I data center consumano quantità enormi di energia: Greenpeace sottolinea infatti che alcuni di essi “consumano come 180 mila case”. La crescita esponenziale del cloud computing ha causato un aumento di consumi tale da annullare il risparmio energetico garantito dall’aumento di efficienza dovuto ai data center.

Il punto centrale del rapporto riguarda l’origine di quest’energia elettrica consumata, dato che importa non solo l’ammontare dell’energia consumata, ma anche la sua fonte. Greenpeace misura l’impatto ambientale in termini di Clean Energy Index (CEI), calcolato sulla base della domanda elettrica (in megawatt) degli impianti e della percentuale di energia rinnovabile utilizzata.




Lo studio riguarda 14 aziende presenti su Internet. Tra queste 14, Apple, Amazon e Microsoft risultano staccarsi dal gruppo per “energia sporca”. Secondo i dati di Greenpeace, Apple è l’unica che utilizza più della metà della sua energia da fonti provenienti dal carbone (55,1%) ed è in terza posizione per quanto riguarda il nucleare (27,8%). Apple registra solamente un 15,3% di CEI, a indicare che questa quantità di energia è pulita. Anche se viene riconosciuta la costruzione da parte di Apple dell’impianto ad energia solare per il nuovo data center di Maiden, in Carolina del Nord, Greenpeace ricorda che quest’impianto copre unicamente il 10% del fabbisogno del data center.

Bacchettata da Greenpeace, Apple ha risposto di non ritenere accurati i dati forniti dall’associazione ambientalista, ma non ha fornito altri dati in risposta. Difatti Greenpeace piazza all’ultimo posto la compagnia di Cupertino per trasparenza delle informazioni fornite sui consumi energetici.

Trovate il PDF del documento “La nuvola nera del cloud computing” al seguente link: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/nuvola-digitale.pdf

[Foto D. Boyd]

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