Il Dock di Leopard mostra i suoi limiti

Il Dock di Leopard mostra i suoi limiti

Gli utenti apprenderanno le vostre applicazioni più velocemente se l’interfaccia assomiglierà e si comporterà come quella delle altre applicazioni a cui essi sono già abituati.
Gli utenti possono compiere velocemente i loro compiti con delle applicazioni ben progettate.
Gli utenti con necessità particolari troveranno i vostri prodotti più accessibili.
Le vostre applicazioni avranno lo stesso aspetto moderno ed elegante delle altre applicazioni Mac.
[…]
Seguire le linee guida della Human Interface di Apple rende il Macintosh quello che è: intuitivo, amichevole, elegante e potente.

Questo lo scopo di un famoso documento presente nella sezione sviluppatori del sito web di Apple, denominato “Apple Human Interface Guidelines” (HIG), fonte preziosa per qualunque sviluppatore che in questi anni si è cimentato nello sviluppo di applicazioni per OSX.
Viene da chiedersi se i dettami riportati allora da Apple siano validi anche per Leopard, visto che il nuovo oramai celeberrimo dock dell’OSX 10.5, che abbiamo già avuto modo di “commentare” in altre occasioni, sembra non rispettare alcune delle linee guida indicate da Apple, come fa notare Craig Hockenberry in un articolo apparso sul suo sito blog personale, ripreso anche da gustomela alcuni giorni fa.

Le Human Interface Guidelines contengono tre aspetti principali:

1. Le icone delle applicazioni appaiono come se posate su di un tavolo di fronte a noi.
2. le icone di utility sono disegnate come se stanno su di una mensola di fronte a noi. Gli oggetti appaiono come se ci fosse un muro dietro di loro con le giuste ombre sotto l’oggetto.
3. Prospettiva ed ombre sono i componenti più importanti per realizzare delle buone icone in pieno stile Aqua. Si utilizza una singola sorgente di luce con la luce che viene da sopra l’icona.

In base a quanto detto, Hockenberry fa notare come ci si aspetti, anche per Leopard, un Dock che usi la prospettiva o del tavolo o della mensola, con una sola sorgente di luce per le ombre.

Invece il piano del nuovo Dock di Leopard non usa la prospettiva del tavolo di fronte a noi, ma non sembra neppure progettato seguendo la teoria della mensola.

Esiste una differenza tra l’angolo del piano e il tradizionale angolo delle icone delle applicazioni e così le applicazioni sembrano avere l’icone sbagliate.
Le tre figure sottostanti, prese dal sito di Hockenberry, mostrano chiaramente come l’angolo del nuovo Dock sia diverso da quello indicato nel documento HUG.





Inoltre, le ombre del Dock sembrano essere generate da tre differenti sorgenti di luce:
– l’ombra tradizionale, con la sorgente di luce sopra l’icona
– una nuova ombra generata dinamicamente da una sorgente di luce nella parte alta dello schermo
– un’altra ombra generata dinamicamente da una sorgente di luce nella parte bassa dello schermo
La figura qui sotto vale più di ogni altra parola…




Infine, le ombre perdono completamente di significato quando il Dock è disposto nella parte di destra o di sinistra dello schermo. Le ombre sotto l’icona finiscono fuori dallo spazio disponibile perchè non hanno più superficie dove estendersi.

Speriamo proprio che Apple ripensi a riprogettare il Dock Leopardiano prima di Ottobre…

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