Il MacBook - seconda parte

Il MacBook - seconda parte


Questa seconda parte della nostra prova sul campo del MacBook verte sulle caratteristiche hardware del nuovo portatile con la mela.

La caratteristica principale di un portatile, a mio parere è, assieme alla velocità, la durata della batteria. In passato il mio rapporto con le batterie Apple è stato altalenante; il Pismo aveva una durata medio-buona, le sue 3 ore le faceva senza troppi problemi. Il Powerbook G4 15″ Aluminium era una sofferenza, mentre tutti dichiaravano 4 ore, io ho sempre faticato ad arrivare alle 2 ore. L’iBook 12″ era invece una gioia, la carica sembrava non finire mai.
Premetto che a me non interessa provare ad entrare nel guinness dei primati della durata, rinunciando al wireless piuttosto che lavorando con lo schermo al minimo di luminosità per spremere qualche minuto in più. Io faccio il mio normale lavoro e, senza pensarci troppo, quando entra in stop per carica esaurita vedo quanto è durata.
Per questo aspetto il MacBook si sta comportando abbastanza bene; in media riesco a lavorare normalmente, con luminosità a 3/4, Airport e Bluetooth attivi, almeno 6 programmi aperti, per quasi 4 ore. Ho fatto anche una prova estrema: con luminosità al massimo, processori al 100%, wireless attivo, è andato avanti per 1 ora e 25 minuti.
Una cosa carina: oltre alle classiche opzioni di risparmio energia è disponibile un pannello di controllo (installabile con i Developers Tools) che permette di disabilitare uno dei due core, se si ha proprio bisogno di più tempo di autonomia.
Usando Windows, che evidentemente non è ancora ottimizzato per girare su questa macchina, ho faticato ad arrivare a 2 ore.

Tutto sommato, quindi, non male: l’iBook faceva meglio, ma le prestazioni erano anche inferiori.

Dello schermo ho già accennato, la finitura lucida è evidente ma non eccessivamente fastidiosa. Se si mantiene la luminosità elevata non si hanno particolari problemi, con luminosità bassa si ha qualche fastidio in più. Continuo a preferire un display opaco, ma mi aspettavo peggio. La risoluzione 1280×800 è un buon compromesso per un 13,3″, anche in applicazioni professionali come Aperture o Final Cut, le palette ci stanno piuttosto strettine.
Una piccola curiosità sull’uso di schermi esterni: diversamente dai vecchi Powerbook che, per pilotare uno schermo esterno necessitavano del collegamento all’alimentatore, il MacBook può farlo anche con la sola batteria; è una possibilità importante per chi deve fare presentazioni on the road magari con un proiettore portatile.

La ricezione Airport mi è sembrata nella media. Io la ricezione la misuro non a metri ma a muri di mattoni superabili: il MacBook ne fa 4 (da una base Airport Extreme), ne faceva 4 l’iBook, a 3 arrivavano i Powerbook (G3 e G4). Bluetooth anch’esso nella media, mentre il telecomandino ad infrarossi si comporta piuttosto bene, permettendo ampie distanze e angoli piuttosto aperti.

E veniamo al fattore calore di cui tanto si è parlato.
Il MacBook scalda, parecchio. Sulle cosce nude non si tiene. Ma ugualmente non si teneva neanche il Powerbook G4. Nel MacBook il calore maggiore è localizzato nella parte superiore sinistra della tastiera e appare più che dissipato dal processore, dall’inverter. Questa tesi è suffragata anche dal fatto che senza alimentazione esterna la zona è un po’ meno scottante. Se volete una misurazione precisa, vi posso dire che in fase di carico medio, a fronte di una temperatura dei processori di 62°C, ho misurato sul case esterno una temperatura di circa 44°C nel punto più caldo.
Il MacBook è dunque un portatile decisamente caldo, ma non più caldo dei vecchi Powerbook o dei suoi concorrenti PC.
Per fare un esempio, su un Dell Inspiron 510m (Centrino 1,6 Ghz), in fase di idle, ho misurato una temperatura di 43°C nel punto più caldo. L’iBook G4 è invece decisamente più freddo, non superando i 40°C in nessun punto.

Concludo la parte dedicata all’hardware con due parole sul rumore. Anche qui se ne sono dette di tutti i colori, ad alcuni ronza, ad altri muggisce, ad alcuni ronza e muggisce. Beh, a me barrisce!
Ovviamente scherzo, so bene che non è piacevole avere un portatile con rumori anomali (Il mio Powerbook G4 ronzava come un’ape regina quando il processore era al 100%). Io rumori anomali non ne ho riscontrati. Forse, ma bisogna essere davvero pignoli, c’è una temperatura critica alla quale le ventole attaccano e staccano continuamente, facendo quindi un rumore non fastidioso, ma apprezzabile.

Appuntamento alla prossima puntata nel corso della settimana;
appurerò come vanno le applicazioni più comuni compilate per Intel, quelle che girano su Rosetta, come gira Windows. Nella quarta ed ultima parte vedremo infine un confronto a 3 tra il MacBook, il suo predecessore iBook G4, e un diffuso PC portatile di fascia media (il Dell di cui ho accennato sopra).
Stay tuned!

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