In Corea del Sud niente ricondizionati per le sostituzioni in garanzia

In Corea le recenti disposizioni di legge in materia di commercio hanno stabilito che la sostituzione in garanzia entro un mese dall'acquisto non può avvenire con prodotti ricondizionati. E ovviamente Apple si è adeguata.
In Corea del Sud niente ricondizionati per le sostituzioni in garanzia
In Corea le recenti disposizioni di legge in materia di commercio hanno stabilito che la sostituzione in garanzia entro un mese dall'acquisto non può avvenire con prodotti ricondizionati. E ovviamente Apple si è adeguata.


Chi è passato almeno una volta per le maglie del pur eccellente servizio di assistenza con la mela, sa che molti prodotti difettosi spesso vengono sostituiti tout court con un equivalente ricondizionato. Una pratica non troppo simpatica (dopotutto, abbiamo comprato un gingillo nuovo a prezzo pieno, mica un refurbished scontato), ma che si scontra con le più recenti disposizioni di legge della Corea del Sud. Lì infatti, con la sola esclusione dell’iMac, Apple sarà costretta a procedere alle sostituzioni in garanzia esclusivamente con prodotti nuovi, se la richiesta è effettuata entro 30 giorni dall’acquisto.

La novità è una diretta emanazione dalle decisioni prese recentemente in seno alla Fair Trade Commission sudcoreana:

In virtù delle recenti disposizioni di legge, ogni prodotto che presenti difetti entro un mese dall’acquisto sarà sostituito con uno nuovo. Anche in seguito alla scadenza della garanzia, è possibile richiedere un nuovo gadget quando il malfunzionamento è manifestamente causato dal produttore e non dall’utente.
“Apple ha confermato che la rinnovata policy della Corea è la migliore al mondo rispetto a quella degli altri paesi” ha affermato Kim Chung-ki, un ufficiale della FTC, presso la conferenza stampa. Nella maggior parte dei paesi, Apple decide per conto suo su come compensare i gadget elettronici non funzionanti e in molti casi offre prodotti ricondizionati.

Dal canto suo, Apple ha declinato la volontà di commentare la notizia, limitandosi a dichiarare che “avrebbe rivisto la propria policy a seconda delle differenti leggi dei differenti paesi ovunque esse proteggano meglio i consumatori.”

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