iOS 13, stretta su privacy e pubblicità, l'ira degli sviluppatori

Con iOS 13, aumentano sicurezza e privacy per gli utenti. Ma gli sviluppatori non sono contenti, e accusano Apple di usare due pesi e due misure.
iOS 13, stretta su privacy e pubblicità, l'ira degli sviluppatori
Con iOS 13, aumentano sicurezza e privacy per gli utenti. Ma gli sviluppatori non sono contenti, e accusano Apple di usare due pesi e due misure.

Aggiornamento del 21 agosto

Con iOS 13 Apple irrobustisce privacy e sicurezza per i suoi utenti -compresi quelli più vulnerabili ed esposti, cioè i bambini- agendo su vari fronti come ad esempio il blocco degli abusi sui dati in background e il mascheramento dell’identità dell’utente. Ma c’è un’altra feature che avrà un impatto perfino più importante, e riguarda il monitoraggio delle app che spiano l’utente in background. Una soluzione tecnica raffinata che però non piace agli sviluppatori.

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Agg: Stretta per i Bambini

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L’irrigidimento sulle procedure di privacy e sicurezza che hanno scontentato gli sviluppatori (leggi sotto) è stato messo momentaneamente in standby, in attesa di capire bene come meglio muoversi. Perché in realtà, oltre alle maggiori tutele per noi tutti, c’era molto di più a bollire nel calderone di Cupertino: ad esempio, il blocco totale della profilazione e una rigida censura delle pubblicità nelle app dedicate ai bambini. Che ora è stata bloccata.

“Non è una marcia indietro su una cosa tanto importante” spiega tuttavia un portavoce della mela; “in generale abbiamo notato un ampio supporto per quel che vorremmo fare per proteggere i bambini.” Il fatto è che, senza profilazione e con nuovi paletti sulle pubblicità, potrebbe diventare anti-economico per gli sviluppatori rilasciare app per ragazzi; il rischio, in altre parole, è che le app che prima erano offerte gratuitamente diventino a pagamento o spariscano del tutto.

Vedremo chi la spunta, ma qualcosa ci dice che Apple non tornerà sui suoi passi; intervistato sull’argomento, Phil Schiller ha raccontato infatti di aver prima tentato un approccio soft, contattando singolarmente gli sviluppatori e chiedendo loro di rimuovere pubblicità inappropriate dalle proprie app. La cosa però non ha funzionato, ed è così che siamo giunti a questo punto. Visto che l’autoregolamentazione non ha dato frutti, ora interviene Apple.

A Tutta Privacy

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Nella vita, nel mondo del commercio e della politica non si sfugge a questa regola: prima o poi, devi scontentare qualcuno; ed è in quel momento che scoprono le carte, e si capisce davvero da che parte si sta.

Nel caso specifico, ci riferiamo ad una funzionalità di iOS 13 che avvisa l’utente quando un’app sta seguendo i suoi spostamenti. Non soltanto viene mostrato un lungo avviso, ma perfino la mappa con tutti i punti GPS registrati e opzioni per bloccare questo comportamento, consentirlo una volta sola oppure e quando l’app è in uso. Una manna dal cielo per la privacy, che appoggiamo in toto e con entusiasmo; d’altro canto, se ha un senso che l’app del termostato segua i nostri spostamenti per decidere quando avviare la caldaia, lo stesso non si può dire per l’app punti del supermercato o per quella dello shopping online. In questi ultimi casi, che giustificazione hanno sviluppatori e inserzionisti, se non quello di profilare indebitamente l’utente?

In ogni caso, gli sviluppatori non hanno gradito. E in una lettera a Tim Cook, hanno accusato Apple di usare “due pesi e due misure” rispetto ai propri servizi:

“Mentre Apple si espande in servizi aggiuntivi, alcuni dei quali competono con gli sviluppatori come noi, la parità delle condizioni offerte diventa sempre più critica per consentire all’ecosistema di fiorire.”

La missiva digitale è stata firmata dai seguenti sviluppatori: Tile, Arity, Life360, Zenly, Zendrive, Twenty, Happn. La versione definitiva di iOS 13 è attesa all’inizio del mese prossimo, probabilmente attorno o subito dopo l’evento del 10 settembre.

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