iPad a scuola, dispositivo troppo "ludico" meglio Chromebook

Nonostante il boom registrato da Apple nel settore Educational, diversi istituti cominciano a dubitare del formato tablet, e si rivolgono ai Chromebook di Google.
iPad a scuola, dispositivo troppo
Nonostante il boom registrato da Apple nel settore Educational, diversi istituti cominciano a dubitare del formato tablet, e si rivolgono ai Chromebook di Google.


Su The Atlantic è stata pubblicata un’interessante inchiesta sull’uso dei dispositivi digitali di nuova generazione nell’apprendimento. È emerso che, dopo un iniziale boom ancora in essere, alcuni istituti iniziano a sollevare dubbi sul formato tablet preferendo piuttosto il vecchio form factor dei laptop, magari a basso costo come è Google Chromebook.

Leggi su Mobileblog: Google Chromebook decollano, Chrome OS su un quinto dei laptop venduti nel 2013

La scuola di Hillsborough, nel New Jersey, ha testato sia iPad che Chromebook, e alla fine la conclusione è stata unanime: “non appena abbiamo ricevuto i Chromebook e i ragazzi hanno iniziato a usarli, ci siamo detti ‘ok, questo è decisamente molto più utile.'” L’iPad, insomma, veniva visto soprattutto come un dispositivo “ludico” mentre i Chromebook -col loro formfactor più convenzionale- ispirano un senso di impegno e “lavoro.”

Ma diversi problemi erano lamentati anche dal team IT interno; gli amministratori di rete affermano che la configurazione e la gestione di questi dispositivi -essenzialmente dei “thin client” progettati per i servizi Web- è molto più rapida che su iPad. E dello stesso avviso sono anche altri istituti sparsi per il continente nordamericano.

AppleInsider racconta che a Houston, in Texas, Fort Bend ha “tirato il freno a mano” su un investimento da 16 milioni di dollari in iPad, mentre il Distretto Scolastico Unificato di Los Angeles ha deciso di differenziare il miliardo di dollari destinato inizialmente agli iPad comprando anche Chromebook e laptop Windows.

“Gli studenti si trovavano molto più a loro agio su un portatile non solo per la grandezza dello schermo superiore ma anche per la quantità di cose da dover scrivere.” Il problema, in altre parole, è che quando occorre digitare testi lunghi, la tastiera fisica resta indispensabile poiché consente velocità di battitura molto superiori. Il mito dell’iPad come strumento perfetto per l’educazione, insomma, inizia a incrinarsi e non poteva che andare così.

Lo spiega magnificamente il preside di una scuola del North Carolina, David Mahaley:

Probabilmente non troverai mai la risposta definitiva alla domanda ‘qual è il dispositivo migliore?’ Prima di rispondere, infatti, occorre domandarsi ‘cosa ti aspetti che faccia un dispositivo elettronico per i tuoi ragazzi?

Come dire, non esistono strumenti perfetti. Ci sono solo dispositivi giusti per determinati compiti, tutto qua. E questo non significa che ci aspettiamo flessioni o contraccolpi sul fatturato Educational di Apple; durante la presentazione degli ultimi risultati fiscali, Tim Cook in persona aveva spiegato che la mela vende 2,5 iPad ogni Mac consegnato a clienti Education, e soprattutto che il 90% dei tablet nell’istruzione sono iPad. Un trend destinato a perpetuarsi anche in futuro: ma al mondo non c’è solo iPad, e visto che la scuola deve preparare al mondo reale, ben venga l’apertura verso altre piattaforme e servizi.

Leggi anche: Il Chromebook di Google nasce già vecchio

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