Kaspersky dà una mano ad Apple sulla sicurezza in OS X

Il CTO di Kaspersky Labs torna a parlare di sicurezza su Mac e lancia lo scoop: la sua società starebbe lavorando gomito a gomito con Apple per turare le falle, prevenire le epidemie ed evitare un bis di Trojan Flashback.
Kaspersky dà una mano ad Apple sulla sicurezza in OS X
Il CTO di Kaspersky Labs torna a parlare di sicurezza su Mac e lancia lo scoop: la sua società starebbe lavorando gomito a gomito con Apple per turare le falle, prevenire le epidemie ed evitare un bis di Trojan Flashback.


In una intervista a Computing, il CTO di Kaspersky Labs Nikolai Grebennikov ha affermato non soltanto che l’OS di Cupertino è “estremamente vulnerabile” ma anche che sta lavorando gomito a gomito con Apple per irrobustirne la sicurezza e la resistenza agli attacchi.

Contrariamente a quanto avremmo detto -e in linea con gli interessi di Kaspersky– la piattaforma Mac è meno solida di quanto non si dica. L’abbiamo visto nei mesi scorsi con l’epidemia di Trojan Flashback che ha infestato quasi un milione di computer Apple e che ha minato per la prima volta la sensazione di sicurezza degli utenti. Per questa ragione, è stato necessario adottare un approccio meno idealista e decisamente più pragmatico:

Mac OS è estremamente vulnerabile, e Apple ci ha recentemente invitati a migliorarne la sicurezza. Abbiamo così dato il via ad un’analisi delle sue vulnerabilità, e dei malware che lo affliggono.

Al netto di una eventuale, improbabile smentita, le due società siederanno quindi al medesimo tavolo, con l’obiettivo di blindare Mountain Lion, la prossima versione del Sistema Operativo per il resto di noi. Non è chiaro se con una soluzione anti-malware o altro ma, dovessimo azzardare, diremmo con un substrato software quasi invisibile all’utente alla maniera di GateKeeper.

Di sicuro, è un netto passo avanti rispetto alla gestione leggera e spesso tardiva della mela, ma d’altro canto segna un nuovo punto di non ritorno per gli appassionati di lungo corso, qualcosa alla stregua dell’abbandono dei processori PowerPC in favore degli Intel. Si sopravvive, per carità, ma talvolta occorre turarsi un po’ il naso.

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