Kotaku: "Apple è più giapponese dei giapponesi"

Secondo Kotaku, Apple e Steve Jobs erano più giapponesi dei giapponesi. Incredibile, ma probabilmente vero. Ecco perché.
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Secondo Kotaku, Apple e Steve Jobs erano più giapponesi dei giapponesi. Incredibile, ma probabilmente vero. Ecco perché.

In un curioso articolo pubblicato su Kotaku, Brian Ashcraft spiega per quale ragione, a suo modo di vedere, Apple talvolta è “più giapponese del Giappone stesso.”

La storia di Cupertino è la storia degli Stati Uniti per antonomasia, quella delle grandi opportunità, dell’impegno e dell’intuizione geniale che si trasformano in business miliardari. Eppure, nella sua meticolosità e attenzione per i dettagli -un modo d’essere definito dall’aggettivo nipponico “komakai” (細かい)-, la mela spesso ricorda lo stile asciutto e la storia del popolo giapponese:

Una delle caratteristiche che rendono Apple più giapponese del Giappone è il modo in cui impacchetta i propri prodotti. In Giappone, c’è una cultura vera e propria per l’incartamento e la presentazione dei doni. Questa cultura ha avuto inizio oltre un migliaio di anni fa, quando la gente ha iniziato ad utilizzare le stoffe per avvolgere gli oggetti di valore. Durante il periodo Edo (1603-1868), le nozioni sul modo “corretto” di incartare e presentare doni venne codificato.

Ovviamente, non è che negli Apple Store i Mac vengano confezionati in eleganti furoshiki e guarniti con rami di pesco, ma l’idea non è affatto peregrina. La mela è infatti “maestra nella presentazione e nell’inscatolamento dell’elettronica” ed è qualcosa che dobbiamo interamente alle bizzarrie della filosofia Jobs:

C’era un che di giapponese in Steve Jobs. Non era soltanto il fatto che seguisse il buddismo Zen o che indossasse magliette d’un designer giapponese, oppure ancora che cercasse di introdurre lo stile di lavoro giapponese con le uniformi presso Apple. Era qualcosa afferente alla sua personalità che lo avrebbe fatto sentire a casa in Giappone. Era qualcosa che andava oltre il suo amore per il cibo giapponese. Steve Jobs era “komakai.”

La rivoluzione tuttavia non stava tanto nella presentazione in sé del pacchetto, quanto nell’aver applicato canoni estetici tanto sofisticati al mondo dell’elettronica. “Per i regali, in Giappone è normale, ma non nell’elettronica. L’influenza nel design del packaging sulle società giapponesi, come per esempio Nintendo, è davvero evidente.” E chiunque abbia mai vissuto l’unboxing di una Wii, sa esattamente di cosa parliamo.

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