La prima polemica dietro a Siri

Pare che Siri si rifiuti di fornire informazioni corrette quando viene interrogata sulle cliniche per l'aborto. Scoppia il putiferio sul Web, ma da Apple giunge subito la rettifica: è solo un inconveniente.
La prima polemica dietro a Siri
Pare che Siri si rifiuti di fornire informazioni corrette quando viene interrogata sulle cliniche per l'aborto. Scoppia il putiferio sul Web, ma da Apple giunge subito la rettifica: è solo un inconveniente.


Ristoranti, pizzerie e cinema: fino a qui niente da segnalare. Interrogata tuttavia sulle cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza, Siri resta stranamente muta. Qualcuno l’ha notato ed è subito scoppiato il caso sul Web, proprio mentre Apple si affanna a precisare che si tratterebbe di una svista non voluta.

Chiedete pure a Siri qualunque cosa, ma non questa. Nei suoi test, Jenna Wortham del New York Times ha scoperto che il modesto assistente virtuale di Cupertino appare riluttante ad offrire un determinato tipo di informazione:

Chiedete a Siri, l’assistente virtuale per iPhone, di fornirvi idee sui luoghi dove cenare o trovare un ombrello, e vi fornirà un sacco di utili informazioni localizzate. Ma provate a chiedere lumi su una clinica per gli aborti, e il software resta misteriosamente muto- anche in quelle aree che possiedono certamente cliniche del genere. Il responso, a Manhattan, è: “Mi spiace, ma non sono riuscita a trovare cliniche per l’aborto.”

Di lì a poco, è stato un botta e risposta sulla Rete. Sul blog “The Abortioneers”, particolarmente sospettoso, si sottolinea la stranezza della cosa, mentre su “The Raw Story”, Megan Carpentier nota che gli utenti Siri dell’area di Washington vengono invece indirizzati verso le strutture della Virginia e della Pennsylvania. Ma, come sottolinea uno dei fondatori di Siri, Norman Winarsky, è probabile che Apple c’entri poco e niente, e che tutto invece dipenda dai servizi terzi di cui si avvale per i risultati.

Ed è grossomodo questa la spiegazione ufficiale che è stata fornita al New York Times da Cupertino, coadiuvati -e non poco- dal fatto che Siri versi ancora in stato di beta:

I nostri clienti vogliono usare Siri per scoprire tutti i tipi di informazione, e sebbene ne forniamo parecchia, non sempre riescono a ottenere ciò che vogliono. Non si tratta di omissioni intenzionali che intendano offendere chicchessia. Significa semplicemente che, a mano a mano che Siri esce dallo stato di beta per diventare un prodotto finito, troviamo nuovi elementi da migliorare e che miglioreranno nelle prossime settimane.

Insomma, ora che iPhone 4S è fisicamente in circolazione e che le domande degli utenti iniziano a superare una certa quantità critica, di sviste simili potrebbero arrivarne parecchie, ma ciò non dovrebbe ragionevolmente significare che l’assistente tifi per alcuni e non per altri.

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