L'indagine antitrust del Dipartamento di Giustizia americano si estende alla musica e ad altri media

L'indagine antitrust del Dipartamento di Giustizia americano si estende alla musica e ad altri media



L’indagine antitrust su Apple del Dipartimento di Giustizia americano si sta estendendo al dominio dei media, in particolare sembra interessarsi alla gestione di musica e video sui dispositivi Apple. Il NY Post riporta alcune fonti che confermano che il Dipartimento di Giustizia (l’equivalente del nostro Ministero di Grazia e Giustizia) stia contattando numerose compagnie nel campo dei media e della tecnologia, per sondare il malcontento verso Apple.

Dal mondo dei media proviene la seguente dichiarazione anonima: “Se Apple pensa che sta per incrementare il suo monopolio con l’iPad, dovrebbe allore guardare indietro alla storia di altri giardini fortificati”. La fonte si riferisce ai “giardini fortificati” come a tutti quei servizi e quelle tecnologie che restringono l’accesso da parte di terzi. Non appare neanche troppo velata l’allusione a iTunes.

La polemica con Adobe non fa altro che aggiungere carne sul fuoco, dato che le critiche ad Apple vengono anche da quel fronte. Un’altra fonte anonima, vicina agli studios di Hollywood e ascoltata dagli investigatori, ha affermato che “non si possono dettare termini all’industria. Il problema con Adobe sta alimentando la rabbia di tutti”.

Il veto di Steve Jobs ad Adobe Flash ha generato il timore di molte compagnie riguardo alle restrizioni provenienti dalla clausola 3.3.1 della SDK 4 dell’iPhone OS, la quale limita i linguaggi di programmazione consentiti per sviluppare app per iPhone ai soli Javascript, C, C++ e Objective C. L’accusa è di obbligare alcuni sviluppatori a scrivere app unicamente per iPhone, conseguentemente condizionando il mercato a scapito di altre piattaforme.

Apparentemente, conclude il NYP, l’interesse del Dipartimento di Giustizia sulle lagnanze di Hollywood viene dall’atteggiamento in controtendenza di molte compagnie del campo dei media. Mentre alcuni editori lavorano per rendere le loro app adatte all’iPad, altri preferiscono puntare su tecnologie che gli permetterebbero di rivolgersi a un pubblico più ampio, regalandogli maggiore visibilità.

[Foto Seth Anderson]

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