iPod 3, iPod Mini e l'ascesa dei designer all'interno di Apple

L'iPod 3 fu un enorme successo, che spianò la strada a Steve Jobs e al suo team di designer, il quale acquistò sempre più potere all'interno di Apple, però a un costo.
iPod 3, iPod Mini e l'ascesa dei designer all'interno di Apple
L'iPod 3 fu un enorme successo, che spianò la strada a Steve Jobs e al suo team di designer, il quale acquistò sempre più potere all'interno di Apple, però a un costo.

La terza generazione di iPod, rilasciata al pubblico nell’aprile del 2003, era più sottile della precedente e montava una nuova rotella di navigazione, a dimostrazione dello sforzo posto da Apple nell’innovare nel design. Allo stesso momento, Steve Jobs presentava l’iTunes Store, che avrebbe trainato le vendite degli iPod e della musica ad esso associati. Inoltre, Apple vendette 2 milioni di iPod nel solo anno 2003: un successo enorme perché rappresentava più del doppio di quanto venduto dal suo inizio, nel settembre 2001, fino al 2002.

La decisione era stata presa: la divisione del design avrebbe più che mai lavorato sull’innovazione e senza lasciar trapelare nulla di quanto sviluppato all’esterno del gruppo. La divisione design fu quindi separata dal resto di Apple e messa sotto la direzione di Jon Rubinstein, con Jonathan Ive come secondo e Steve Jobs come unico referente di questo team di designer industriali di elite.

Douglas Satzger, attualmente vice presidente per il Disegno industriale presso Intel, ricoprì vari ruoli alla Apple dal 1996 al 2008 nel gruppo del disegno industriale e ricorda chiaramente che il gruppo era praticamente messo sotto chiave, sotto l’attento controllo di Steve. Di fatto, Jobs disse in più di una occasione: “Se non avete un motivo preciso per essere in queste stanze è che non avete nessun motivo per esserci, non siete parte del gruppo“. Queste chiusura era importante anche per motivi di sicurezza, visto che da quel momento in poi era importante per tutti i designer non parlare del proprio lavoro con chiunque fuori dal team. Apple seguirà negli anni successivi sempre più questa politica di riservatezza, con squadre di sviluppatori che lavorano per compartimenti stagni.

All’epoca dell’iPod 3 si stava preparando l’uscita dell’iPod Mini ed il team di designer lavorava in uno studio di 1000m², fatto di cemento e vetro, dal soffitto tappezzato di acciaio inossidabile, ricorda Satzger. Dice: “Tre grandi pilastri reggevano la struttura e al centro della stanza c’era una specie di acquario di tre pareti vetro: quello era lo studio di Jony“.

L’iPod Mini fu poi il punto di partenza per ulteriori sperimentazioni. Tony Fadell ne parla in questi termini:

Iniziammo con un iPod Mini e cercammo di farne un telefono. Infatti costruimmo un telefono con la rotella dell’iPod per comporre i numeri, come in un telefono a disco.

A concludere la storia del telefono fatto con l’iPod Mini è Matt Rogers, che ha fondato la Nest assieme a Fadell. Rogers ha lavorato come ingegnere del firmware e membro della divisione che mise a punto l’iPod ed ha le idee chiare sul perché non funzionò l’iPod Mini con selettore a disco:

Nessuno vuole più un telefono a disco.


Questi sono aneddoti raccolti da Fast Company, la quale raccoglie le testimonianze di vecchi dipendenti di Apple sulla storia del design a Cupertino. Le ritrovate nel libro (in inglese) pubblicato da Fast Company sull’iBookstore: Design Crazy di Max Chafkin (1,49€ – link diretto).

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