L'UE fa pressione su Apple per una maggiore trasparenza negli acquisti in-app

La Commissione dell'Unione Europea torna ancora una volta a far pressione su Apple e Google per una maggiore trasparenza e sicurezza nell'esercizio di acquisti e micro transazioni in-app, accusando la società di Cupertino di essere in ritardo nel prendere provvedimenti.
L'UE fa pressione su Apple per una maggiore trasparenza negli acquisti in-app
La Commissione dell'Unione Europea torna ancora una volta a far pressione su Apple e Google per una maggiore trasparenza e sicurezza nell'esercizio di acquisti e micro transazioni in-app, accusando la società di Cupertino di essere in ritardo nel prendere provvedimenti.

La costituzione di una regolamentazione cristallina, onesta e che protegga gli acquirenti in materia di app freemium ed acquisti in-app è un argomento che sembra stare molto a cuore alla Commissione Europea che già più di una volta ha preso provvedimenti in materia, chiamando in causa le figure più prominenti in questo ambito.

Con il termine “freemium” si indicano naturalmente tutte quelle applicazioni, soprattutto giochi, che non hanno un costo di entrata ma prevedono funzionalità o potenziamenti aggiuntivi da sbloccare tramite micro-transazioni.

Trattandosi dei possessori delle due principali piattaforme per l’acquisto di App, l’UE torna alla carica esortando sia Google che Apple a rendere più chiaro il vero costo dei videogames freemium. Secondo quanto riporta BBC, la sollecitazione della Commissione è particolarmente forte nei confronti della società di Cupertino, che viene accusata di non aver dimostrato alcun impegno su questo fronte.

“Malauguratamente, finora da parte di Apple non è stata adottata alcuna soluzione concreta o immediata per rivolgersi alle preoccupazioni legate in particolar modo alle autorizzazioni ai pagamenti. Apple si è proposta di occuparsi di queste preoccupazioni. Tuttavia non è stato dimostrato alcun impegno né sono state fornite tempistiche per l’implementazione di questi possibili futuri cambiamenti. Le autorità CPC (consumer protection co-operation) continueranno a trattare con Apple per assicurarsi che fornisca i dettagli specifici dei cambiamenti richiesti e che metta le sue pratiche in linea con la posizione comune.”

La comunicazione fa riferimento alle vicende che hanno avuto il via durante i primi mesi del 2014 dopo una convocazione di Google ed Apple da parte della Commissione; a quanto pare, dopo tale dialogo, Google ha già messo in opera quanto richiesto.

Approfondimento: Acquisti In-App, l’UE riceve Apple e Google per proteggere gli utenti

In ogni caso Apple risponde con fermezza all’appello, difendendo la propria posizione ed asserendo di aver fatto più di altri in questo ambito con funzioni come “Family Sharing”.

Questi controlli vanno ben oltre le funzionalità di altri nell’industria. Siamo comunque sempre al lavoro per rafforzare le protezioni già in atto e stiamo aggiungendo nuove grandi funzionalità con iOS 8 come “Ask to Buy” che conferiscono ai genitori ancora più controllo su ciò che i propri figlio possono comprare nell’App Store.

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