Mega class-action contro Apple dalla Corea del Sud

La Corea del Sud lancia una class-action di dimensioni bibliche contro Apple. Leggi tutti i dettagli.
Mega class-action contro Apple dalla Corea del Sud
La Corea del Sud lancia una class-action di dimensioni bibliche contro Apple. Leggi tutti i dettagli.


Lo studio legale Miraelaw ha dichiarato di essere intenzionato a procedere al lancio di una class-action di proporzioni inaudite contro Apple relativamente alla memorizzazione delle informazioni di geo-localizzazione in iPhone. Al momento lo studio ha unito ben 26.691 possessori irritati, ognuno dei quali chiede 1 milione di won sud-coreani (32) a titolo di risarcimento danni per la raccolta di dati senza autorizzazione. Tutti insieme, chiedono la cifra globale di 4,9 milioni, senza considerare i costi di gestione dell’azione collettiva che potrebbero fare salire la cifra totale a ben 5,2 milioni. Poco male per un’azienda che ha più di 0 miliardi di liquidità. Il problema vero è che questa class-action potrebbe essere di esempio ad altri paesi.

L’azione di massa è scattata dopo quella individuale del legale Kim Hyeong, poi diventato uno degli avvocati chiave della class-action. Lo stato della Corea del Sud ha condannato da parte sua l’azienda di Cupertino ad una multa simbolica di .828. L’appello dei clienti inferociti comincerà ad ottobre o novembre. Miraelaw spera di riunire il maggior numero possibile di vittime in tempo per cominciare l’azione. Di quelli già riuniti, 921 sono ragazzi minorenni per i quali è necessario il consenso a procedere dei genitori.

Come tutti sapete, un po’ di tempo fa si scoprì che iOS teneva traccia degli spostamenti operati dai possessori di iPhone senza mai cancellare quei dati dai rispettivi dispositivi, in parte perché i progettisti avevano sovra-stimato la quantità di memoria temporanea adibita a questo tipo di memorizzazione. C’è di più: i dati venivano raccolti anche quando all’utente risultava essere disabilitata la funzionalità di localizzazione. Apple risolse in fretta il bug con il rilascio dell’update iOS 4.3.3 senza per questo essere riuscita ad evitare le conseguenze legali.

Negli USA l’azione di risposta da parte dei clienti è stata a dir poco soft poiché il fatto è stato giudicato non completamente illegale. Apple ha dovuto difendersi in altri paesi, come ad esempio la Francia e Italia. Anche l’Europa è passata ad indagare sul caso (indagini ancora in corso) sebbene l’entità delle conseguenze stabilite difficilmente potrà eguagliare quella della Corea del Sud.

[Via Electronista]

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