Melablog incontra Steve Wozniak: gli inizi di Apple, i dispositivi mobili e il futuro dei computer (parte 2)

Melablog incontra Steve Wozniak: gli inizi di Apple, i dispositivi mobili e il futuro dei computer (parte 2)



[Seconda parte della corposa intervista con Steve Wozniak, co-fondatore di Apple]

Domanda: Che rimane dell’hacker Woz di 30 anni fa?

Woz: All’epoca ero convinto che noi giovani avessimo davvero delle grandi menti, libere da costrizioni. Ho provato a realizzare i miei sogni, apprezzare la vita e la tecnologia… e sono stato fortunato.
Apple è stato un grande successo. Cosa sarei stato senza Apple? Sicuramente avrei fatto lo stesso: avrei cercato di realizzare i miei desideri e mantenermi giovane di mente. Apple avrebbe potuto portarmi a pensare che si può controllare il mondo con la tecnologia e il denaro, ma la mia ambizione era insegnare alla gente. Così tornai alla facoltà per terminare gli studi. È importante focalizzarsi su ciò che vuoi che la vita ti dia.

D: Avevate già previsto l’evoluzione dei computer di oggi?

Woz: Quando iniziammo Apple, Steve Jobs ed io, la realtà di oggi non era assolutamente presente nella nostra immaginazione. Non potevamo prevedere che la memoria di un computer potesse contenere una canzone o un video. Eravamo a metà degli anni ’70.
A volte la differenza tra l’immaginazione e la realtà si colma molto rapidamente. Le compagnie di successo sono brave nell’essere flessibili e nel seguire quello che il mercato vuole. Solo poco tempo fa, non potevamo nemmeno prevedere l’utilità di computer così piccoli come li produciamo ora.

D: Steve Jobs, nel keynote dell’iPhone 4, ha detto che Apple mira ad essere un’azienda di computer mobili. Anche tu credi che il futuro sia nei dispositivi portatili?

Steve Wozniak e Steve Jobs nel 1976

Woz: È l’evoluzione naturale dello stato delle cose. D’altra parte vi sono molte soluzioni che non possono essere applicate ai computer mobili. Nel mondo del lavoro ingegneristico, nell’educazione, nel business, tutto si fa con computer tradizionali. I dispositivi mobili vengono a toccare un livello più personale. È lì che Apple entra.

D: E questo in cosa si applica in concreto?

Woz: Dipende dallo stile di vita. Tutte le app per iPhone possono essere implementate per un computer, ma la maggior parte del tempo queste app non hanno senso se non su un dispositivo portatile. Io non voglio sapere dove si trova il benzinaio più vicino quando uso un computer desktop; voglio vedere quest’informazione in un apparecchio mobile, perché in quel momento io sono in movimento.
Malgrado tutto questo, continuo a fare moltissime cose con il computer desktop; di fatto lo uso sempre di più.

D: Apple è stata criticata per tralasciare la sua linea di computer, abbassandone la qualità e dando priorità a dispositivi portatili, come iPad e iPhone. Condividi quest’accusa?

Woz: Sono d’accordo con il commento implicito. Apple ha spesso fatto transizioni da una piattaforma a un’altra. Questo lo ha fatto in accordo con le tendenze che mostravano i nostri utenti.
Molte app sviluppate dai piccoli programmatori sono mirate al mondo mobile. Si tratta di un mondo più fresco e più facile.
D’altra parte le vendite dei Macintosh sono in aumento, anche malgrado il successo dell’iPad, e credo che questo continuerà per molto tempo ancora. Il futuro sarà misto, però con una tendenza ai dispositivi mobili. E la gente ama i Mac, come ama gli iPhone. Non ho mai sentito usare la parola “amore” riferita a un computer PC con Windows.

D: Qual’è il tuo migliore ricordo e il peggiore lavorando per Apple.

Woz: Quando ero giovane, non avrei mai pensato di avere una compagnia tutta mia. È stata una grande avventura. Abbiamo iniziato Apple, Steve ed io, senza un soldo in tasca. Davvero. Però lui sapeva farci con gli affari ed ha trovato i soldi per portare avanti il nostro progetto. Da parte mia, apportavo grandi doti tecniche.
Volevamo fare qualcosa di buono per il mondo ed eravamo convinti di farlo con i nostri prodotti, perché pensavamo che stavamo offrendo agli utenti quanto c’era di migliore.

In realtà non ho cattivi ricordi legati ad Apple. Forse la sensazione peggiore è stata lavorare per una grande compagnia. Mi piaceva tanto fare le cose, ma poi abbiamo lanciato Apple ed abbiamo fatto tanti soldi, ma a quel punto io non lavoravo più come ingegnere.

D: Hai quindi lasciato Apple perché non ti sentivi a tuo agio in una grande corporazione. Adesso, a cosa ti dedichi?

Woz: Mi piacciono le start-up, le piccole compagnie dove gruppi di persone parlano con entusiasmo di un’idea. Eravamo così quando abbiamo iniziato con Apple.
La compagnia alla quale sono associato adesso lavora nel rimpiazzare gli hard disk con unità a stato solido: le memorie flash come quelle nelle fotocamere. Pensa ai server, alla banche dati: le memorie sono ovunque necessarie. Fra qualche anno verrà una nuova rivoluzione su questo versante. Le cose stanno cambiando e sto vivendo di nuovo con intensità. Però non tocco all’aspetto tecnico della compagnia: il gruppo degli ingegneri lavora in un’altra città.

D: Qual’è la tua relazione lavorativa con Apple e con Steve Jobs adesso?

Woz: Ricevo un piccolo salario da Apple. Praticamente non lavoro per la compagnia.
Di tanto in tanto parlo con Steve Jobs. Siamo sempre stati amici, mai avuto una discussione. Però adesso non siamo amici stretti come prima, quando passavamo tutto il giorno assieme, ogni giorno.
Mi piace stare un po’ fuori da Apple, per vedere le cose con distacco. Uso altri prodotti e ne parlo bene quando ne ho l’occasione.

Woz impugna un iPhone 4

[Foto Computer History Museum, Campus Party Valencia, Pixel y Dixel]

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