A inizio febbraio Meta -la società madre di Facebook- è crollata a Wall Street, perdendo in poche ore il 26,4% e bruciando oltre 250 miliardi di dollari della sua capitalizzazione originale. Si tratta di una delle più grosse perdite nella storia della Borsa di New York, e Apple ci ha messo involontariamente lo zampino. Ecco come.
Tutto è iniziato col calo dei profitti registrato nell’ultimo trimestre fiscale 2021, e con la perdita di circa un milione di utenti giornalieri sulla piattaforma social. Era la prima volta che si vedeva una fuga del genere. A questo si aggiungono previsioni tutt’altro che incoraggianti per il 2022, e ricavi a -8% negli ultimi tre mesi, pari a 10,29 miliardi di dollari; peggio delle peggiori previsioni degli analisti.
Al di là della competizione agguerrita di social network come TikTok, la ragione principale di questa disfatta, per stessa ammissione della dirigenza, è Apple. O per meglio dire, la nuova e più stringente politica sulla privacy introdotta con iOS 14. Dall’anno scorso, molto banalmente, iPhone chiede agli utenti se vogliono essere profilati, cioè se desiderano che i loro comportamenti vengano studiati dalle applicazioni e rivenduti a terzi; e come era ampiamente prevedibile, la stragrande maggioranza degli utenti ha risposto picche.
Zuckerberg, dal canto suo, le ha provate tutte: prima ha definitivo pubblicamente Apple un’azienda “anti-competitiva” dopodiché ha tentato -non si capisce se per ingenuità o disperazione- a convincere gli utenti a farsi tracciare. Ma la realtà è che il modello di business di Facebook è vecchio e risulta antipatico a tutti: utenti, inserzionisti e professionisti.
Il problema è che il tracciamento di Facebook permetteva agli inserzionisti di appioppare pubblicità molto mirate che giustificavano il costo delle campagne marketing; ora ciò non accade più. Ecco perché Meta sta puntando tutto sulla cosiddetta Misurazione Aggregata degli Eventi nella speranza di fermare l’emorragia, se non addirittura invertire il trend. Ma se questo basterà, assieme a Metaverso, Internet 3.0, Realtà Virtuale e tutto il resto, solo il tempo potrà dirlo; per ora sono solo una tanti, tanti miliardi che se ne vanno in ricerca e sviluppo.