MobileMe: cronaca di un abbandono

MobileMe: cronaca di un abbandono


Nel luglio del 2002 credo di essere stato tra i primi, in senso assoluto, a sottoscrivere un account a pagamento .Mac, presentato pochi minuti prima sul palco del Macworld di New York da Steve Jobs.
Il motivo di questa decisione fu abbastanza semplice: da tempo già usavo l’account di posta “@mac.com”, inizialmente proposto gratuitamente da Apple assieme alla suite di servizi iTools, e la migrazione ad un nuovo indirizzo avrebbe significato una lunga transizione che non avevo voglia e tempo di intraprendere. L’abbonamento annuale lo intesi, dunque, come una tassa sulla (mia) pigrizia.

Successivamente ebbi modo di conoscere ed apprezzare alcuni servizi che la sottoscrizione a .Mac garantiva: la disponibilità dei bookmark direttamente sul web è stata, probabilmente, la soluzione che ho maggiormente utilizzato, assieme ad una webmail che permetteva di usare la familiare interfaccia di Apple Mail da qualsiasi terminale ci si collegasse, ovunque nel mondo.
Anche la possibilità di mantenere sincronizzati i dati utente tra più Mac è stata una feature che ho utilizzato massivamente, mentre l’iDisk, ottimo sulla carta, è sempre stato troppo lento per poterne fruire con risultati apprezzabili.

E così sono passati i mesi, e gli anni: molte cose sono cambiate, molti nuovi servizi concorrenti e spesso gratuiti si sono affacciati sul web, ma al momento del rinnovo annuale di .Mac ho sempre deciso che sarebbe valsa la pena di investire il canone.
Spesso, a onor del vero, l’ho fatto senza tanta convinzione, attanagliato da qualche dubbio sull’effettiva convenienza di un servizio che, anno dopo anno, appariva sempre meno competitivo.
Ma la comodità della sincronizzazione tra Mac (e poi con iPhone), assieme ad altri piccoli “privilegi”, hanno sempre avuto la meglio quando si trattava di decidere il rinnovo.

Poi, qualche mese fa, la rivoluzione: .Mac è diventato MobileMe.

Il servizio è stato rivoltato come un calzino, è stato aggiunto il supporto per iPhone, è stata ridisegnata l’interfaccia e ottimizzata l’integrazione con Mac OS X.
Nelle intenzioni di Cupertino, il restyling era comprensibilmente orientato all’ammodernamento del servizio, e a rendere più appetibile una infrastruttura nata prima della rivoluzione del Web 2.0.

I primi mesi, però, si sono rivelati un bagno di sangue. I continui disservizi, dovuti all’inaffidabilità del nuovo sistema, lanciato sul mercato con troppa fretta, hanno reso la vita difficile a tutti gli abbonati.
Mail inviate e mai recapitate, interfaccia web spesso inaccessibile, lunghe ore di downtime, sono stati solo alcuni dei disagi subiti dagli utenti.

Apple ha capito i propri errori, si è profusa in scuse, ha esteso per due mesi l’abbonamento di tutti gli utenti. Ma i disagi hanno, in una certa misura, lasciato il segno.

Ed è in questo contesto che il 15 novembre mi sono trovato davanti la richiesta di rinnovo del servizio: se già gli anni passati i dubbi non mancavano, questa volta sono stati ancora più evidenti.
I problemi con l’iDisk, la rimozione dei web bookmarks, la mail push che non è poi così tanto “push” mi hanno fatto scegliere, per la prima volta dopo 7 anni, di non rinnovare l’abbonamento. Questo nonostante la comodità della sincronizzazione over-the-air con iPhone, nonostante le web gallery, nonostante molte altre comodità che mi mancheranno.

La mia sarà stata una scelta giusta?
Solo il tempo potrà permettere di giudicare: le alternative non mancano, nessuna completa come MobileMe, ma la maggior parte gratuite o quasi.

Nei prossimi giorni faremo insieme una carrellata delle possibilità che il mercato offre, per coprire i servizi offerti in bundle da Cupertino. Ci potete mandare i vostri suggerimenti al solito indirizzo e magari raccontarci la vostra esperienza con i servizi online di Apple.

La prima impressione, comunque, è che senza MobileMe la vita, per un Macuser, sia un poco più complicata, ma non impossibile…

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