Si tratta di un sistema per la guida automatica low-cost, ben diverso dai mega-progetti di Google e Stanford. Qui, l’automobile riconosce l’ambiente circostante grazie a una serie di sensori laser e sonar posti nella carrozzeria, scartando di fatto ogni dipendenza dal GPS, il quale è solitamente troppo poco preciso in ambiente urbano. Questa tecnologia è poco costosa e già utilizzata nell’industria automobilistica, come ad esempio nei nuovi sistemi di parcheggio automatizzato che Ford ha presentato al MWC 2013.
Il prof. Paul Newman del dipartimento d’Ingegneria della Oxford University guida il progetto assieme a Ingmar Posner. La loro visione non è di un veicolo che effettua tutta la guida da solo, ma di una macchina che dà il cambio al guidatore su alcune tratte:
Invece di immaginare macchine che si guidano da sole tutto il tempo, dovremmo pensare di più a delle auto che possono giudarsi da sole per poco tempo. Il tipo di autonomia low-cost e con poco impatto ambientale è quella utile per l’uso quotidiano. (P. Newman)
I sensori sono collegati all’iPad, che gestisce le varie fasi della navigazione attraverso il software sviluppato da Oxford. L’idea parte dalla costatazione che le città cambiano la loro fisionomia lentamente e che la produzione di immagini 3D è oramai quasi alla portata di tutti. Usando tecnologia a basso costo per creare un’immagine 3D di alcune tratte della città, si permette poi all’automobile di prendere il controllo su questi specifici percorsi, lasciando libero il conduttore dal peso della continua attenzione della guida nel traffico.
L’idea è di mappare le tratte percorse più spesso, come da casa a scuola o dalla scuola dei figli al lavoro. Per il momento il prototipo di sistema di navigazione per consentire la guida automatica alle autovetture costa circa 5 mila sterline (circa 5700 euro), ma l’obiettivo di Newman e colleghi è di produrre dispositivi da poco più di 100€, iPad escluso.
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