Vi siete mai chiesti quanto sia casuale la funzione “shuffle” del vostro iPod?
Un interessante test apparso su cnet mette alla prova l’iTunes per determinare quanto realmente sia casuale la scelta che il software fa nel comporre una playlist.
Proviamo per un attimo a pensare ad un numero da 1 a 20; poi ad un altro e poi ad un altro ancora e così via… alcuni numeri si ripetono? Nessuna sorpresa, la causalità è (scusate il gioco di parole) meno causale di quanto si pensi correntemente… lo stesso avviene per i computer, che calcolano i loro algoritmi casuali legandoli a numeri specifici – come ad esempio il tempo – il che significa che si possono ottenere serie molto simili di numeri “casuali” in situazioni molto differenti.
Chiunque usi in maniera ”pesante” un iPod avrà probabilmente notato che l’iPod sembra essere particolarmente legato a determinati artisti; se si guarda con attenzione una playlist casuale che iTunes automaticamente genera probabilmente si noteranno parecchie canzoni di uno o due artisti, mentre altri cantanti saranno completamente assenti.
Su questa particolarità si sono soffermati molti teorici di eventuali cospirazioni, che vedono dietro alla procedura di generazione casuale di playlist di Apple più un metodo che una pura causalità.
Si consideri anche solo per un minuto cosa potrebbe significare per una divisione di marketing dell’industria della musica avere diretto accesso alle orecchie (e alle tasche) di 10 milioni di utenti di iPod al mondo. Sicuramente un’etichetta discografica farebbe carte false per aumentare la frequenza di rotazione della propria musica agendo direttamente sulla formula di generazione casuale dei brani di Apple.
Lo stesso Steve Jobs è intervenuto sull’argomento, dichiarando che la caratteristica shuffle dell’iPod e l’iPod Shuffle stesso è “anything more than random”..
Per verificare quanto detto David Braue di cnet ha messo alla prova iTunes testando una libreria musicale “perfetta” creata per l’occasione, diversificata sia rispetto agli artisti che rispetto alle etichette musicali; un insieme di 1300 canzoni di 56 artisti in 40 playlist casuali, per cercare di avere un set abbastanza significativo di dati.
Per una dettagliata analisi delle prove effettuate su rimanda a questo indirizzo; di seguito un riassunto di quanto emerso:
si sono create 20 playlist (10 di 25 canzoni e 10 di 40 canzoni) da un insieme di 100 canzoni prese all’ iTunes Store e 20 playlist addizionali con 200 canzoni CD-ripped. Questo significa 1300 posizioni riempite a caso. Da un rapido conto ci si aspetterà che ogni canzone apparirà mediamente in 6.5 playlist.
Cosa è accaduto in realtà?
Singoli molto popolari presenti nella top 50 si sono succeduti nelle playlist più frequentemente di quanto ci si fosse aspettato; alcuni artisti con un solo singolo in libreria sono apparsi più volte di artisti con 5 canzoni.
Cantanti e singoli comprati nell’iTunes si sono succeduti nelle playlist più frequentemente degli altri. Senza entrare nei dettagli delle singole canzoni ed artisti, appare interessante il dato delle etichette musicali: i pezzi targati Universal e EMI sono apparsi più frequentemente di quanto una scelta puramente casuale avrebbe prodotto; le canzoni di Warner e Sony invece sono state penalizzate.
La disparità cresce molto con Sony, che aveva in libreria 67 canzoni per il 34.18% del totale (etichetta più presente in libreria) ma risultata presente nelle playlist solo per il 18.8%.
Può questo essere un risultato indicativo, dettato dalla relativa popolarità degli artisti delle singole case discografiche?
Sony è tenuta deliberatamente su numeri più bassi?
Il tutto deriva solamente dagli algoritmi di generazione di numeri casuali dei computer?
È ovviamente difficile dire se risultati come quelli mostrati da cnet siano il frutto del caso e della fortuna o derivino invece da strategie di marketing nascoste, ma sicuramente ci sono miriadi di utenti di iPod che vedono con sospetto questo tipo di risultati; l’unica cosa che appare certa, in un mondo casuale come quello dell’iTunes, è che quando ci si riferisce ad una canzone, sicuramente il termine casuale è relativo.