Si può brevettare un gesto? Forse si

Si può brevettare un gesto? Forse si


Il multi-touch è una bella tecnologia che si porta dietro valanghe di brevetti depositati per la cui effettiva approvazione è previsto un iter di almeno 4 o 5 anni, ed esiti tutt’altro che certi. Con la propria mole di tecnologie sul multi-touch Apple ha tutte le carte in regola per ottenere il brevetto persino sul pinch che fa lo zoom di mappe ed immagini su iPhone ed iPod Touch.

Secondo un’inchiesta portata avanti da Wired, gli esperti interrogati concordano su una faccenda: altri competitor come RIM, Nokia e Synaptics (che hanno brevetti simili ma in numero molto inferiore) potrebbero incappare in seri problemi con i propri prodotti futuri se dovessero integrare un qualche tipo di funzione multi-touch. Infatti, se i brevetti richiesti da Apple venissero infine accordati, la società potrebbe impedire a chiunque altro di usare tecnologie simili, e non soltanto sui dispositivi mobili, ma persino su laptop e computer fissi.

Il problema non sta tanto nella paternità dell’invenzione – che non è di Apple (ricordate il concept presentato al TED nel 2006 oppure Microsoft Surface?) – ma nel fatto che con le 200 richieste di brevetti in questo senso accumulate negli anni, Cupertino vuole chiaramente tirare le redini di questo tipo di interfacce. E se dunque il “pizzico” non è un gesto di per sé brevettabile, può divenirlo però se collegato alla nozione di zoom su un dispositivo molto popolare.

Di sicuro l’iPhone è stato il primo smartphone a portare nella vita della gente questi touch-gesture e a legarli concretamente a funzioni specifiche, come ad esempio lo zoom col pizzico o lo zoom intelligente introdotto dal double tap che mette in risalto la parte di una pagina web o d’una foto che ci interessa. E gli utenti che oggi si sentono a loro agio con i gesture ed i loro effetti probabilmente si aspetteranno che anche altri dispositivi multi-touch funzionino alla stessa maniera, rafforzando la posizione di Apple.

Gli scopi della “mela” sono evidenti: la protezione del metodo per interpretare le gesture e persino alcuni movimenti particolari. Resta da vedere se ci riuscirà.

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