Sicurezza, iCloud conserva i vostri dati per anni (anche se li cancellate)

In teoria, le note di iCloud restano sui server per 30 giorni dopo che vengono cancellate dall'utente. In realtà, restano lì per tempi molto superiori: settimane, mesi e in qualche caso perfino anni.
Sicurezza, iCloud conserva i vostri dati per anni (anche se li cancellate)
In teoria, le note di iCloud restano sui server per 30 giorni dopo che vengono cancellate dall'utente. In realtà, restano lì per tempi molto superiori: settimane, mesi e in qualche caso perfino anni.

In teoria, le note di iCloud resistono sui server Apple per 30 giorni dopo che vengono cancellate dall’utente; poi dovrebbero scomparire per sempre, ma in realtà restano lì per tempi molto più lunghi: settimane, mesi e in qualche caso perfino anni.

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La questione era emersa all’inizio dell’anno per la Cronologia di Safari, conservata da iCloud a tempo indeterminato all’insaputa dell’utente anche se cancellata; e ora ci risiamo. A quanto pare, infatti, la nuvola di Cupertino tende a conservare una copia delle Note anche se vengono rimosse dai dispositivi.

Lo ha rivelato la società di sicurezza ElcomSoft, secondo cui con app specifiche è possibile recuperare Note ben oltre il limite formale dei 30 giorni dalla cancellazione; limite oltre il quale dovrebbero sparire permanentemente, almeno stando alla documentazione ufficiale.

E invece non è così. Il CEO di ElcomSoft ha rivelato di essere riuscito a ripescare addirittura contenuti cancellati 5 anni fa:

“L’abbiamo fatto di nuovo,” ha affermato Vladimir Katalov, CEO di ElcomSoft. “Dopo aver recuperato foto cancellate e la cronologia di Safari da iCloud, ora siamo in grado di ripristinare le Note cancellate dalla stessa fonte, a prescindere dalla data di cancellazione. Il documento più vecchio che siamo riusciti a tirare giù risale al 2012.”

Ovviamente, questa era lo scenario più disastroso; non sempre infatti è possibile tornare così tanto indietro nel tempo, ma la questione resta: su iCloud c’è un problema di gestione dei dati (e disomogeneità nella gestione dei dati, in discordanza con la policy ufficiale) che Apple dovrà risolvere in modo definitivo.

Il fatto è che, in linguaggio informatico, quando si procedere alla “cancellazione definitiva” di un file dal disco, in realtà si allude alla liberazione dello spazio occupato dal file stesso; spazio che viene reso disponibile per altri scopi, ma che potrebbe restare intonso per mesi e anni, rendendo tecnicamente fattibile un recupero dei dati originali col software adatto. Ma un conto è il disco del computer di casa (e avere accesso fisico al disco in questione), e un altro un server che contiene chissà quante copie dei nostri file personali; ed è impensabile che un sistema remoto del genere consenta di accedere a dati cancellati. Dunque, è plausibile (e auspicabile) che la falla verrà corretta in tempi record. Per il momento, però, è importante che tutti siano consapevoli dei rischi collegati all’uso di questo tipo di servizi.

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