Skype contro Vodafone per la Net Neutrality

Skype contro Vodafone per la Net Neutrality


Sembrava la solita nuova tariffa tanto per rinverdire un po’ l’offerta e invece ha causato una slavina incessante di polemiche: la nuova offerta dati di Vodafone, infatti, abbassa i massimali settimanali e blocca totalmente il VoIP, disponibile a parte, a prezzi non proprio a buon mercato. Un approccio, afferma un portavoce Skype, che rappresenta “una minaccia alla libertà dei consumatori.”

Premesso che quello delle tlc mobili è probabilmente quanto di più vicino ad un libero mercato si possa sperare di ottenere nel nostro paese, va da sé che ogni offerta commerciale formulata in armonia con le leggi vigenti e compatibilmente con le eteree indicazioni delle Autorità Garanti è da considerarsi assolutamente accettabile sotto ogni profilo. Il che vuol dire che, se Vodafone riesce a venderla, ha tutte la ragioni del mondo di creare l’offerta che ritiene più consona.

Il problema, tuttavia, è che il nuovo Mobile Internet in effetti è un po’ risicato: si tratta di una proposta commerciale da 250MB per 3 Euro a settimana oppure 1 GB per 10 euro al mese, vale a dire una riduzione dei massimali allo stesso prezzo di prima, con in più il blocco di tutto il traffico VoIP. Chi desidera farne uso, dovrà abbinare un’opzione che lo consenta, al costo di 8 euro a settimana e un tetto di 2GB.

Come da copione, su questo thread del Vodafone Lab sono apparse 13 pagine di reclami da parte di clienti che, fino a qualche giorno fa, potevano fruire in tutta tranquillità delle chiamate e videochiamate di app come Viber, Skype o Tango, e invece ora se le vedono bloccate. Un po’ più inaspettata, invece, è stata la reazione di Skype, che invoca la Net Neutrality:

Alcuni operatori di telefonia mobile hanno messo in atto in modo arbitrario restrizioni contrattuali o tecniche che limitano quello che gli utenti possono fare online. Questi operatori talvolta si schierano apertamente a favore della neutralità della rete, ma la definizione che ne danno spesso non è in linea con la nuova normativa europea delle telecomunicazioni o con le aspettative degli utenti e lascia spazio a numerose limitazioni.

E la conclusione è una sola:

Questa situazione è inaccettabile in quanto essa minaccia l’innovazione, la scelta dei consumatori e, più in generale, la loro libertà.

La replica di Vodafone, prevedibilmente piccata, non si è fatta attendere:

La priorità per la nostra azienda è la trasparenza: offriamo tariffe di ogni tipo e per ogni fascia di utenza. Alcune comprendono il Voip, altre no. Naturalmente, il traffico Voip ha un costo, ma è un tipo di servizio che può non interessare a tutti. Per questo tipo di clienti, ci sono offerte che non comprendono l’utilizzo del Voip, a costi inferiori rispetto a quelle che lo comprendono.

Per Vodafone insomma si tratta solo di un espediente necessario per tutelare la quantità di banda in mobilità (che non è infinita) e l’utente, che “è sempre informato in maniera trasparente sulle offerte che consentono di utilizzare il Voip, attraverso i materiali informativi disponibili nei punti vendita e sul sito www.vodafone.it”. E per carità, magari non sarà necessario ricorrere alle “Autorità in Italia e a Bruxelles” per proteggere “i consumatori e gli innovatori come Skype”, ma per tutelarsi dall’eccessivo consumo di banda con alcuni servizi esistono già i massimali mensili, che oltretutto sono pure piuttosto contenuti. Passi il traffic shaping sul P2P, ma onestamente tariffe aggiuntive per VoIP e tethering hanno tanto il sapore acre del limone spremuto.

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