Steve Jobs aveva un sogno: miliardi di reti WiFi libere e gratuite per tutti

Il primo iPhone aveva una connessione dati lenta e inaffidabile, per questo Steve Jobs sognava miliardi di reti WiFi libere e gratuite sparse il globo.
Steve Jobs aveva un sogno: miliardi di reti WiFi libere e gratuite per tutti
Il primo iPhone aveva una connessione dati lenta e inaffidabile, per questo Steve Jobs sognava miliardi di reti WiFi libere e gratuite sparse il globo.


Quando, nel 2007, Apple lanciò il suo primo modello di iPhone, era ben cosciente dei limiti che derivavano dalla navigazione su reti mobili EDGE. Ecco perché Steve Jobs immaginava un mondo in cui tutti gli utenti privati e le amministrazioni locali mettevano a disposizione parte della loro connessione WiFi per permettere a chiunque di scaricare a velocità decenti software, informazioni e per comunicare. Ma era una visione che cozzava contro i desiderata dei grandi gruppi di TLC.

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Il racconto proviene da un articolo di Walt Mossberg pubblicato su Re/code, in cui si legge:

Il primo iPhone aveva una connessione schifosa, lenta, basata su network cellulare, ma aveva anche un’altra opzione più veloce: il WiFi. Aveva perfino una funzione (tuttora presente, ma molto meno pubblicizzata) che mostrava un popup con una lista dei network WiFi presenti nelle vicinanze, così da poterne sempre trovare uno alla bisogna. Ma una volta [Steve Jobs, n.d.A.] mi disse che c’era un grosso problema con tali tecniche, un problema che intendeva risolvere: la maggior parte dei network WiFi che comparivano su schermo non potevano essere usati perché richiedevano una password. Jobs ha affermato che comprendeva la necessità di tutelare la sicurezza, ma anche che era determinato a trovare il modo di rendere la condivisione della connessione domestica libera e gratuita, e soprattutto diffusa.

L’idea di Jobs era di ottenere che il maggior numero possibile di router offrissero l’opzione per il “Network Ospiti” come appunto fanno le basi Airport. Si tratta di un network separato dalla rete principale, privo di password ma con alcune limitazioni di banda o funzionalità. “Sperava che l’industria avrebbe incoraggiato le persone a condividere la propria banda con gli sconosciuti attraverso questi network per Ospiti. In questo modo, un utente smartphone poteva camminare e spostarsi contemporaneamente da un hotspot WiFi ad un altro, senza dover effettuare nuovi log-in” in un modo molto simile a quanto avviene quando ci si posta da una BTS all’altra col telefonino.

Per questa ragione, Apple aveva perfino contemplato la possibilità di creare un network proprio, ed aveva mostrato interesse verso Fon, la rete WiFi distribuita basata sulla buona volontà degli iscritti.

Purtroppo per Jobs e per noi, la storia delle telecomunicazioni ha preso tutt’altro corso nel (ragionevole, tutto sommato) tentativo di tutelare gli investimenti fatti per le reti mobili ad alta velocità. Tra l’altro, in Italia esiste anche una legislazione piuttosto restrittiva in materia che solo in tempi recenti ha allargato un po’ le sue maglie, senza contare che i provider spesso richiedono da contratto che ci si impegni a non subaffittare la propria connessione. Non è un mondo per visionari.

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