Steve Jobs lascia, Robert Scoble lo ricorda su The Next Web

Robert Scoble scrive su TNW del futuro di Apple
Steve Jobs lascia, Robert Scoble lo ricorda su The Next Web
Robert Scoble scrive su TNW del futuro di Apple


Steve Jobs non è più l’amministratore delegato di Apple. Robert Scoble, giornalista, blogger, uno dei guru della Silicon Valley – qui il suo Scobleizer – ha scritto un lungo pezzo su The Next Web, raccontando il suo punto di vista su uno dei personaggi che hanno cambiato il mondo della tecnologia degli ultimi tempi. Scoble parte da un aneddoto. Alla presentazione dell’iPad 2, ricorda di aver voluto stare in prima fila, pur sapendo che in quella posizione non avrebbe potuto scattare foto: sentiva che quella sarebbe stata una delle ultime, forse direttamente l’ultima volta che avrebbe potuto vedere da vicino, in quel genere di situazione, Jobs. Aveva ragione.

Scoble torna indietro con la memoria: e la sua memoria coincide con i primi anni di Apple.

Quando ero alla Junior High (le nostre medie inferiori, ndt), a 12 anni, ricordo che aiutai a a tirar fuori dalla scatola il primo Apple II che la Hyde Jr High di Cupertino aveva acquistato. Da quello schermo verde e da quella scatola di plastica scura cominciò un rapporto con Apple che sarebbe durato per i successivi 34 anni.

Quello stesso anno, innamorato com’ero di quel nuovo computer che aveva acquistato la mia scuola (mio padre ne avrebbe comprato un modello migliore alcuni mesi dopo) mi feci coraggio e andai a visitare la primissima sede della Apple (quando ancora era solo un palazzo, molto più piccolo delle sedi di tante start up che visito oggi) chiedendo di fare un giro.

Un ragazzo mi portò a fare un tour, non ho idea di chi fosse, ma mi ricordo un paio di cose ancora oggi a 34 anni di distanza: il pianoforte e una stampa con scritto “loose lips sink ships” (che equivale al nostro “Taci, il nemico ti ascolta”, ndt) mi portai via anche qualche poster, con il primo logo Apple, quello colorato.

Era tutto molto diverso dalle altre società che avevo visitato, molto diversa da Tandem, dove feci un giretto (ora non esiste più) e anche da HP, dove avevo lavorato in estate. La Apple tornava di quando in quando a incrociarsi con la mia vita. Quando ero intorno ai 13, 14 anni, mi guadagnavo la paghetta montando le schede degli Apple II. Aiutavo mia madre, e venivo pagato 1$ a scheda – se ricordo bene – e mi ci voleva un sacco di tempo per farne una bene.

Tempo dopo scoprii da Wozniak che Apple aveva sopravvalutato le sue capacità produttive, e gli Apple II vendevano talmente bene che era stato necessario appaltare a Hildy Licht la ricerca di casalinghe nella valley che li aiutassero all’assemblaggio.

Poi Scoble si domanda:

Perché proprio lui?
Dopo essere andato indietro di 34 anni con la memoria, la risposta mi fu chiara: c’è un solo imprenditore che mi abbia mai detto di guardare il retro di un prodotto per capirne la sua bellezza. Era stato al lancio dell’iMac, quando Jobs mostrava le linee moderne che ancora oggi ho sulla mia scrivania che disse “guardate al metallo, dietro, non è bellissimo?”. E lo era. A tutti gli altri ceo non importava nulla di cosa ci fosse sul posteriore dei loro prodotti. Pensavano solo a tagliare i costi. Non era stata quella la prima volta che notavo l’attenzione che prestava Jobs a questioni apparentemente irrilevanti (…) ricordo quando Jobs volle dipingere di giallo il pavimento della fabbrica dei Macintosh. Dopo tutto, un prodotto come quello, andava assemblato in un bel posto

Infine, il futuro di Apple, cui anche Melablog ha dedicato ampio spazio. Secondo Scoble, le cose potrebbero andare in questa maniera:

Sanno bene che sarà meglio per loro continuare a creare prodotti che siano in anticipo rispetto alla concorrenza, o saranno guai. Ma (per quanto abbia detto il contrario, ndt) Steve Jobs con tutta probabilità non sarà più disponibile a essere l’uomo immagine. E questa sarà una enorme perdita (…) Apple potrebbe passare un momento di difficoltà, o, più semplicemente, diventare un’azienda come tutte le altre, e questo è un problema che potrebbe far perdere il sonno a Tim Cook, il nuovo ceo.

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