Supplier Responsibility: Apple risponde allo sciopero in Cina

Supplier Responsibility: Apple risponde allo sciopero in Cina


In risposta al clamore suscitato dallo sciopero organizzato in una fabbrica cinese coinvolta nella produzione degli schermi per iPhone (ora risolto), Apple ha iniziato a pubblicizzare sul suo sito istituzionale il documento sulla responsabilità che produttori e fornitori affiliati sono costretti ad abbracciare per poter avere rapporti di business con la mela.

Nel documento online è riportato:


Apple richiede ai fornitori di impegnarsi nel suo ragionevole Codice di Condotta dei Fornitori come prerequisito per qualunque contratto con noi. Facciamo in modo che le regole vengano rispettate attraverso un rigoroso programma di controllo che comprende verifiche in fabbrica, azioni correttive e varie misure di verifica.

Nel PDF del report 2009 si legge che Apple ha controllato ben 102 stabilimenti produttivi, contro i 39 del 2007, e in tutti i casi particolare enfasi è stata data a 7 aree: dormitori, controllo del lavoro minorile, non discriminazione medica, non discriminazione sulle gravidanze, prevenzione dal lavoro involontario, paghe e benefit, orari di lavoro.

Secondo il documento, Apple avrebbe registrato 17 violazioni gravi del codice di condotta (cioè un’incidenza del 2%) che includono tra l’altro spese ingiustificate per la società di recruiting, lavoratori minorenni, smaltimento improprio delle scorie nocive, nonché falsificazione dei registri sul monte ore di lavoro e sull’età dei lavoratori. In ogni caso, data la gravità degli eventi contemplati (e il mistero che aleggia su certi altri), rientra nelle responsabilità di Apple – e quanto a questo di qualunque altra società – l’aumento del numero e del rigore dei controlli presso i partner. La trasparenza, nel 2010, passa anche per queste faccende.

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