Symantec: calano a 270.000 le infezioni da Flashback

Secondo le stime di Symantec, calano a 270.000 le infezioni sui computer Mac dovute al Trojan Flashback, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Ecco come prevenire questa e le infezioni future.
Symantec: calano a 270.000 le infezioni da Flashback
Secondo le stime di Symantec, calano a 270.000 le infezioni sui computer Mac dovute al Trojan Flashback, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Ecco come prevenire questa e le infezioni future.


Dopo il picco dei 700.000 contagi, la diffusione dell’ultima variante del Trojan Flashback cala drasticamente fino quasi a dimezzarsi. Merito degli aggiornamenti Java e dell’informazione fatta, ma l’allarme resta alto.

I numeri questa volta li fornisce Symantec. Dai 600.000 Mac infettati del 5 aprile, saliti a 700.000 subito dopo, siamo giunti agli attuali 270.000, e oramai la situazione appare in via di normalizzazione:

Questa cifra è significativamente scesa da allora, e a giudicare dai nostri dati abbiamo stimato che il numeri di computer colpiti dalla minaccia nelle ultime 24 ore dovrebbe attestarsi attorno ai 270.000, in calo rispetto ai precdenti 380.000. Terremo d’occhio la quantità d’infezioni nelle prossime settimane. La disitrubuzione attuale di Flashback ad oggi […] dimostra che il Nord America, l’Australia e il Regno Unito sono i paesi con la maggior concentrazione del Trojan.

La falla in Java su cui si basa Flasback è stata scoperta addirittura nel settembre del 2011, ma è stata la lentezza di Cupertino a combinare il disastro. Una patch è infatti arrivata solo all’inizio del mese e ora, per risolvere definitivamente la questione, Apple è stata costretta a lavorare su di un tool di rimozione ad hoc che dovrebbe esser rilasciato nei prossimi giorni.

In attesa dei tempi tecnici, si può verificare lo stato di salute del proprio Mac approfittando delle utility di terze parti e dei consigli per un’eventuale rimozione manuale. I più preoccupati possono anche tagliare la testa al toro e prevenire le infezioni avvalendosi dei server OpenDNS, aggiornati in modo tale da inibire questa e le future minacce. Occhio, però, perché non basta impostarli sul proprio router o sul computer: la funzionalità di blocco si attiva solo dietro un’iscrizione -gratuita o meno- al servizio.

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