TouchScreen sensibili alla pressione, Apple continua la sperimentazione

Un nuovo brevetto pubblicato da Apple svela una interessante tecnologia di touchscreen sensibili ai differenti gradi di pressione delle dita. Qualcosa di molto simile a Microsoft PixelSense.
TouchScreen sensibili alla pressione, Apple continua la sperimentazione
Un nuovo brevetto pubblicato da Apple svela una interessante tecnologia di touchscreen sensibili ai differenti gradi di pressione delle dita. Qualcosa di molto simile a Microsoft PixelSense.

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Un brevetto recentemente depositato presso lo United States Patent and Trademark Office e segnalato da AppleInsider rivela che Apple sta ancora esplorando le potenzialità dei display touchscreen sensibili alla pressione delle dita. In pratica, si tratta di una tecnologia molto sofisticata, resa possibile dalla combinazione di display capacitivi e sensori a infrarossi, che consente di determinare la forza del tocco di un utente. Un dispositivo simile è dunque capace di stabilire se stiamo premendo delicatamente o con forza sul display, e modificare di conseguenza l’Interfaccia Grafica.

Il tutto funziona attraverso un meccanismo chiamato Frustrated Total Internal Reflection, o FTIR; in pratica, il sistema invia un fascio di infrarossi che rimbalzano sul display; ogni perturbazione viene interpretata come un tocco, e aggiungendo uno strato capacitivo si può misurare la forza applicata in ogni interferenza.

Stavolta, però, Apple arriva in ritardo. FTIR è infatti già in uso in molti prodotti Perceptive Pixel di Microsoft, sotto il nome commerciale di Microsoft PixelSense, ed è già acquistabile con il Samsung SUR40, un sofisticato tavolo touchscreen da 40″ e 8.000€ in grado di riconoscere fino a 50 dita e oggetti diversi.

È da tempo che a Cupertino si lavora su questo frangente, pur se con tecnologie profondamente diverse; solo all’inizio dell’anno, ad esempio, parlavano di schermi sensibili alla pressione dedicati ad iPhone ed iPad, e funzionanti grazie a sensori di forza installati sotto la cornice. La strada, insomma, sembra ormai segnata.


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