“Un robot per ogni umano”: ChatGPT diventa un androide

OpenAI non vuole solo l'intelligenza artificiale, ma sta sviluppando anche robot: e c'è già chi ne vuole uno per ogni essere umano.
“Un robot per ogni umano”: ChatGPT diventa un androide
OpenAI non vuole solo l'intelligenza artificiale, ma sta sviluppando anche robot: e c'è già chi ne vuole uno per ogni essere umano.

L’intelligenza artificiale è solo l’inizio: dopo ChatGPT, OpenAI ha progetti molto più ambiziosi e sta investendo pesantemente anche negli androidi. Nel mentre, l’imprenditore Brett Adcock promette “un robot per ogni essere essere umano” e no, non è uno scherzo. Ci siamo arrivati davvero.

Altro che iPhone, Siri e tutto il resto. Quello che sta succedendo nel panorama dell’industria high-tech rende supera di svariati ordini di grandezza le possibilità dei dispositivi e delle tecnologie che usavamo fino a ieri, e rendono realtà la fantascienza. All’improvviso le tematiche di Blade Runner, del “Il cacciatore di androidi” di Philip K. Dick, di Ex Machina (2014) e I, Robot (2004), diventano un problema reale.

Il Robot di OpenAI

Fino ad oggi, eravamo abituati agli android claudicanti di Tesla e alle piroette degli spettacolari robot di Boston Dynamics. Tra i prodotti di punta di quest’ultima c’è Atlas, un robot umanoide in grado di camminare su terreni accidentati, salire scale e spostare oggetti pesanti, e Spot, un robot quadrupede in grado di muoversi su superfici irregolari e scalare scale. Questi robot sono stati utilizzati in diversi contesti, come ad esempio in ambienti industriali e militari.

Sempre di Boston Dynamics anche Handle, un curioso dispositivo dotato di due gambe e di una coppia di ruote che gli permettono di muoversi a grande velocità e di sollevare pesi considerevoli, e PETMAN, un robot umanoide utilizzato per testare indumenti protettivi per l’esercito.

Ma questo era solo un assaggio, e nell’arena dei competitor stanno spuntando nuovi e agguerriti concorrenti. La corsa alla robotica entra nel vivo, e presto ci saranno novità sempre più sconvolgenti.

OpenAI NEO

Il video che vedete qui su mostra l’ultima scommessa da 25 milioni di dollari di OpenAI in 1X. 1X è una società di ingegneria e robotica con sede in Norvegia specializzata nella produzione di androidi che ha come obiettivo dichiarato quello di sostituire i lavoratori umani nei compiti più pericolosi, pesanti e ripetitivi.

Questo video dimostra la dinamica naturale e la precisione dell’hardware in tandem con l’intelligenza artificiale, mentre esegue una sequenza pre-pianificata di eventi di movimento e manipolazione. “Le dinamiche e la precisione del nostro sistema semplificano notevolmente il problema dell’IA” spiega l’azienda.

NEO è l’androide su cui verrà installato ChatGPT; è in un certo senso la forma corporea dell’AI di OpenAI, il modo in cui una intelligenza artificiale (molto) sofisticata sarà lasciata libera di interagire col mondo in modo simile a un essere umano.

Pensiamo che i robot umanoidi abbiano il potenziale per diventare i prossimi dispositivi ampiamente adottati dopo gli smartphone/auto. Goldman Sachs, novembre 2022

Figure

Figure è un robot sviluppato da Figure AI che è in grado di immaginare il proprio corpo e di relazionarsi con la sua immagine. In un nuovo studio pubblicato su Science Robotics, i ricercatori hanno dimostrato come il loro robot sia riuscito a crearsi un modello cinematico di se stesso e quindi di utilizzarlo per immaginare come sarebbe facesse un passo avanti o indietro. Insomma, è dotato di immaginazione.

Questo robot è stato sviluppato per avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo e dell’ambiente circostante. In pratica, combina la destrezza della forma umana e un’AI all’avanguardia per andare oltre i robot a singola funzione e fornire supporto in diversi settori come la produzione, la logistica e la gestione magazzino.

Sul sito ufficiale dell’azienda, si legge:

Il nostro obiettivo è quello di distribuire lavoratori umanoidi autonomi per supportarci su scala globale. Man mano che raggiungiamo i limiti della nostra capacità produttiva, gli umanoidi si uniranno alla forza lavoro con la capacità di pensare, imparare e interagire con il loro ambiente in modo sicuro accanto a noi.

Figure 01 è alimentato dall’intelligenza artificiale ed è autosufficiente, pronto a produrre un’abbondanza di beni e servizi […], a un livello che l’umanità non ha mai visto.

“Ci sono due scuole di pensiero su come risolvere la robotica nel mondo reale” spiegano dalla società. “Costruire un ambiente specifico per i robot, o invertire il problema e costruire robot per il nostro ambiente umano. Potremmo avere milioni di diversi tipi di robot che servono compiti unici o un robot umanoide con un’interfaccia generale, che serve milioni di compiti.” Ma quelli di Figure ritengono che siano i robot a doversi adattare all’ambiente umano. E per farlo devono somigliarci moltissimo: ecco perché hanno due gambe, due braccia, mani e schermo per un viso. In un mondo fatto per gli umani, anche i robot devono sembrare umani.

La mission di Figure è “espandere le capacità umane attraverso l’AI avanzata” e Brett Adcock, il fondatore, promette di che ci aiuteranno in tutto, incluse le pulizie di casa:

“Dì addio alle faccende domestiche. Questo robot AI sarà in grado di gestire le tue faccende domestiche. Un robot per ogni essere umano sul pianeta. Gli umanoidi non saranno limitati a 8 ore di lavoro al giorno. Possono lavorare 20 ore al giorno, con 4 ore per la ricarica della batteria. Ciò li rende 2,5 volte più produttivi di un lavoratore umano”.

Il CEO Brett Adcock è ora ufficialmente in competizione con Elon e il suo robot Tesla. E promette guerra.

Solo negli USA ci sono oltre 10 milioni di posti di lavoro indesiderati negli Stati Uniti secondo Goldman Sachs, la popolazione invecchia sempre più e la carenza di manodopera è ai massimi storici. Per stare al passo con la crescita, le aziende hanno bisogno di maggiore produttività, e ciò può essere risolto solo con più automazione. Ma voi accogliereste un robot in casa vostra? E cosa accadrà ai lavoratori poco qualificati?

Poche certezze se non che l’impatto sarà gigantesco. Molto più dell’invenzione di Internet e del primo iPhone.

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